politica

Il commento
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 Niente tasse sulla prostituzione. E la ragione è, anche, di tipo morale: uno Stato non può incassare denaro da una attività che fa mercimonio della donna e, in alcuni casi, è anche un reato penale. Trovo la cosa giusta.

Poi, però, lo stesso Stato,
attraverso il suo governo pro tempore, accetta il denaro dalla società che si è fatta crollare il ponte Morandi, provocando 43 vittime, decine di feriti e danni incalcolabili a Genova e alla Liguria. Lo Stato che giustamente non vuole tasse dalla prostituzione, accetta 1,5 miliardi di euro da destinare alla realizzazione di opere infrastrutturali e per questa ragione nel procedimento per il Morandi si costituisce parte civile, ma non contro la società Autostrade.

Dunque: soldi dalle prostitute no, ma soldi sì da chi ha provocato la morte di 43 persone, perché tendeva a favorire - questo dicono le autorità inquirenti - i dividendi della proprietà. E a questo fine la medesima società si faceva beffe degli investimenti per la sicurezza delle autostrade liguri. Con il bel risultato dei cantieri di cui tuttora vediamo, subiamo e patiamo le conseguenze.

Ma in questo gioco delle contraddizioni gli assurdi non sono mica finiti. Lo Stato non si costituisce contro Autostrade, perché Autostrade è ormai dello Stato medesimo, attraverso Cassa Depositi e Prestiti. Quindi sarebbe come se, a questo punto, il governo si costituisse parte civile contro se stesso. Inoltre, e non ultimo, lo Stato che rifiuta i soldi delle prostitute li prende invece da Autostrade, ma solo per un importo di circa 300 milioni. Il resto del miliardo e mezzo di euro con cui verrà indennizzata Genova ce lo metterà la nuova Autostrade, cioè Cassa Depositi, cioè noi!

Di più. Quello Stato che giustamente non vuole i soldi della prostituzione, all'Autostrade che si è fatta crollare il Morandi, provocato 43 morti, decine di feriti e danni enormi, i soldi li darà per acquisire la società: circa 9 miliardi di euro, un terzo dei quali andranno all'azionista di maggioranza, cioè la famiglia Benetton.

Come dare torto, allora, a Maurizio Rossi, editore di Primocanale, quando parla di elemosina per Genova? E quando si obietta che il Terzo Valico, o il completamento del raddoppio della Genova-Ventimiglia per me che arrivo da Imperia, o il nodo genovese non c'entrano con Autostrade si dice il vero solo in parte. Perché Autostrade c'entra con il governo, che per Genova sborserà soldi degli italiani, per conto della vecchia-nuova Autostrade, e quindi potrebbe prevedere spese, che poi sono investimenti, aggiuntive. Ormai è una questione politica, non più soltanto tecnico-giuridica. Ridurre a questo tutta la storia è un esercizio irricevibile. È una storia sbagliata.