cronaca

"Giusto chiedere risarcimenti, ma rischiamo di allungare i tempi di appello"
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Sono oltre 300 i soggetti che vogliono costituirsi come parte civile nel processo per il crollo di Ponte Morandi. A presentare la richiesta anche la presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, in una decisione arrivata probabilmente durante la notte e che ha lasciato stupiti tutti (LEGGI QUI). 

In prima linea ci sono poi dei familiari delle 43 vittime di Ponte Morandi: il 95% di loroè già stato risarcito strategicamente da Autostrade per l'Italia. La volontà non è quella di ottenere altri risarcimenti ma quella di essere parte attiva nel procedimento. Come poi avevano annunciato nei giorni precedenti, anche Regione Liguria e Comune di Genova fanno parte del lungo elenco di soggetti che vogliono rivalersi nei confronti dei 59 indagati e le società Autostrade per l'Italia e Spea. Ci sono anche diverse associazioni di consumatori e non solo, i sindacati Cgil, Cisl e Uil.

"Il fatto che migliaia di persone siano presenti in questo processo comporta il rischio che questo processo si blocchi", è preoccupato l'avvocato Antonio Cirillo, legale della famiglia Battiloro, ha commentato a fine della mattinata: "E' giusto che associazioni o che gli sfollati rivendichino il proprio diritto al risarcimento, ma dobbiamo ricordare che qui in questa sede noi stiamo rappresentando la famiglia di un ragazzo di 28 anni morto nel crollo del Ponte, sono due cose ben diverse. Pensiamo soltanto se 50, 100, mille persone si aggiungono a questo processo, rischiamo che per ogni udienza sia necessario fare una sola udienza per l'appello. Chiedo a tutti di fare una riflessione, perché certe rivendicazioni possono essere fatte in un'altra sede". 


Sulla stessa lunghezza d'onda Paola Vicini, mamma di Mirko, il dipendente di Amiu morto nel crollo. "Sono rimasta non piacevolmente colpita dall’elenco di persone che si sono presentate come parte civile che hanno perso beni materiali, cosa che non può e non deve essere equiparata a una vita spezzata". Non la pensa allo stesso modo Emmanuel Diaz, invece, che quel 14 agosto 2018 ha perso il fratello Henry. "Lo slittamento dell'udienza preliminare è motivato, poiché questa volta la quantità di materiale che la cancellaria dovrà scannerizzare è enorme. E' impressionante vedere quante persone si sono costituite come parte civile, ma me lo aspettavo: quel ponte era fondamentale, ogni giorno ci transitavano più di 73 mila veicoli e giustamente in tanti sono rimasti danneggiati. Questo numero dà la dimensione di questa tragedia".