cronaca

Roberto Tomasi ammette che non sempre dove risultano i lavori in corso ci sono gli uomini in attività. E spiega pure perché…
2 minuti e 18 secondi di lettura
 “Perché spesso lungo le autostrade si vedono i cantieri ma non gli operai al lavoro?”. “E’ vero, lei ha ragione: il motivo è che in realtà non si tratta di cantieri veri e propri ma solo di un modo per alleggerire il peso dei veicoli in determinate tratte, in accordo con il Ministero, con l’obiettivo di garantire la sicurezza”.

Sto facendo colazione, ascoltando distrattamente la mia radio preferita, ma drizzo bene le mie personali antenne quando sento che l’ospite di turno è nientemeno che l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi. Da genovese e ligure, mi basta sentire la parola Autostrade per avere un sussulto, in questo caso un conato visto che stavo ingerendo la seconda fetta biscottata della mattinata.

E mentre allargo metaforicamente le orecchie, arriva dagli interlocutori la domandona
che tutti si pongono: perché nei (presunti) cantieri autostradali in molti casi non si vedono i cosiddetti men at work, gli operai al lavoro, annunciati sui tabelloni? La risposta di Tomasi (“Non sono cantieri, ma un modo per alleggerire il traffico”) mi raggela. Non che non lo immaginassi e, facendo di mestiere il giornalista, non lo sapessi, ma sentirlo candidamente ammettere dall’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia mi sgomenta, mi suscita rabbia, anzi, mi fa proprio incazzare. E la prima colazione mi va di traverso.

Sapere che noi automobilisti o motociclisti, autotrasportatori, autisti di pullman e passeggeri veniamo ingannati,
per così dire, “istituzionalmente”, è un qualcosa di inaccettabile. Se un pezzo di autostrada o una carreggiata sono chiusi perché pericolosi a causa della presenza contemporanea di troppi veicoli dovrebbe esserci una scritta grande così che ci informa in maniera onesta. Invece – lo ha certificato ufficialmente l’ad – al posto dell’informazione attendibile ci sbattono un cantiere fantasma, ingannevole e soprattutto vuoto. Per sviarci. Per farci credere una cosa diversa dalla realtà e dalla verità. Ovvero che, dopo anni di incurie e mancanza di manutenzioni, Autostrade per l’Italia, dopo il crollo del Morandi e la morte di 43 persone, è stata costretta a correre ai ripari rinunciando a parte dei suoi cospicui guadagni per investirli, finalmente, nei lavori di ammodernamento e adeguamento di una rete che cade letteralmente a pezzi.

Per questo motivo alleggeriscono il traffico su alcuni viadotti e dentro alcune gallerie con la scusa di cantieri inesistenti. Un metodo quantomeno discutibile. Ma adesso, almeno, sappiamo di non essere diventati tutti scemi quando incrociamo un cantiere autostradale, imbocchiamo la corsia unica e mentre ci sale il nervoso non vediamo operai e tecnici al lavoro, domandandoci perché. Grazie Tomasi della spiegazione, anche il mio stomaco ringrazia.