cronaca

L'avvocato difensore dell'uomo che nel 2007 ammazzò la sua ex a Sanremo: "Resta la valutare la pericolosità sociale"
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"Il mio assistito Luca Delfino potrebbe essere scarcerato nel 2022 o nel 2023 e vive la detenzione con serenità perché consapevole che i tempi di stanno accorciando".

A parlare è Riccardo Lamonaca, avvocato del killer di Serra Riccò che nel 2007 uccise nel centro di Sanremo la sua ex compagna Antonella Multari, un omicidio per cui venne poi condannato a 16 anni e 8 mesi di galera. "Ma il mio assistito non potrà tornare in libertà senza una perizia psichiatrica che escluda il suo stato di pericolosità sociale" rimarca correttamente Lamonaca, che nei giorni scorsi ha rivisto il suo assistito nel tribunale di Genova dove è comparso per alcuni vessazioni e violenze subite nel 2018 nel carcere di Pontedecimo da due detenuti, uno dei quali è stato condannato a ben 10 anni. Delfino adesso è detenuto nel carcere di Invrea, in Piemonte.

"Il mio assistito non ha chiesto di uscire prima perchè mi ha detto che vuole scontare per intero la sua pena - aggiunge Lamonaca - ma è indubbio che la pericolosità sociale alla fine della sua pena potrebbe rappresentare un ulteriore impedimento per la scarcerazione. Come vive la sua detenzione? L'unica preoccupazione è la salute dei due genitori che hanno gli acciacchi delle persone anziane, il papà non riesce più ad andare a trovarlo in auto, la mamma va poco, diciamo che con regolarità lo va a trovare solo il suo legale".

La notizia che Delfino potrebbe tornare libero fa indignare e preoccupa perchè l'uomo oltre ad avere ucciso Antonella Multari era stato indagato per l'uccisione di un'altra ex compagna, Luciana Biggi, sgozzata nel 2006 nel centro storico dopo una lite con lo stesso Delfino, il quale però dopo era stato assolto da quel reato.

Quello che fece arrabbiare i genitori della Multari fu il fatto che Delfino fosse libero di muoversi a suo piacimento e senza obblighi o restrizioni nonostante fosse indagato per un femminicidio e con alle spalle altri numerosi reati contro le donne: da rapine ad aggressioni.

Il papà della Multari, che allora gestiva un distributore di benzina, denunciò: "Se invece figlia di un benzinaio fosse stata figlia di un magistrato o di giornalista Antonella sarebbe ancora viva, e invece nessuno ha fatto nulla per fermare quell'assassino pur sapendo che era potenzialmente pericoloso".