cronaca

Il racconto di chi, lavorando per Emergency, ha visto la situazione peggiorare rapidamente negli ultimi due anni
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 "Dall'inizio del 2021 è tutto peggiorato in Afghanistan, le statistiche dei nostri ospedali lo provano: ferite da arma da fuoco ma soprattutto le 'shell injuries', causate da ordigni esplosivi, sono aumentate fino alla situazione che sappiamo oggi."


Un racconto particolare quello di Silvia Barlocco, grant manager per Emergency, che ha spiegato come la tensione in Afghanistan sia aumentata negli ultimi due anni findo ad arrivare ad oggi, con la conquista di Kabul da parte dei talebani e una popolazione tornata a vivere nella paura.
Silvia Barlocco si occupa di scrivere e presentare progetti mirati al finanziamento delle attività di Emergency all'Unione Europea o alle Nazioni Unite.



Dopo una prima missione di sei mesi, da novembre 2020 ad aprile 2021, Silvia è tornata per una seconda. Ora si trova a casa, dopo aver lasciato l'Afghanistan molto velocemente, e segue i suoi amici e colleghi da casa: "Il 98% dello staff di Emergency nel paese è nazionale, quindi cittadini afghani formati da noi su terreno afghano, che cercano di stare accanto ai loro concittadini in questi momenti critici. Già ad ottobre 2020 i talebani avevano provato a conquistare Lashkargah, ma l'attacco era stato fermato dall'esercito: da novembre dello stesso anno abbiamo visto un conflitto inasprito e peggiorato."



La grant manager di Emergency è riuscita a tornare con uno dei primi voli organizzati dal Ministero degli Esteri in collaborazione con l'Esercito Italiano: "Noi siamo rientrati tra il 15 e il 16 agosto, è stata una situazione strana, si respirava un aria quasi tranquilla, in quanto l'ospedale di Emergency è in centro città ma le strade erano vuote. Sono stata poi informata da qualche collega di uno scambio a fuoco nell'area nord della città. Il percorso dall'ospedale all'areoporto è stato il momento più teso."


E infine il ricordo del fondatore di Emergency: "Gino Strada l'ho incrociato un paio di volte negli uffici di Emergency, non l'ho conosciuto bene ma il ricordo è riflesso nei colleghi nazionali con cui ho lavorato proprio lì, in Afghanistan, che lo hanno conosciuto vent'anni fa. Erano dei ragazzi e ora stanno portando avanti la sua idea: cure chirurgiche di alta qualità in un contesto come quello afghano. Mi spinge a fare questo lavoro la curiosità: vedere e sentire come vivono persone della mia età in contesti del genere, colleghi afghani, miei coetanei, che studiano e si impegnano per cambiare la situazione."