cronaca

Il governatore ligure al Corriere della Sera
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"Vaccinarsi deve essere obbligatorio sopra i 50 anni. Perché non si può far gravare un ulteriore peso di questa pandemia sulle spalle dei ragazzi". Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera' lancia la proposta dell'obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni.

Parole chiare che non lasciano dubbi. L'obiettivo è evitare di ritrovarsi a settembre con un nuovo lockdown che blocchi attività economiche o costringa gli studenti a stare ancora fisicamente lontani dai compagni di classe. In Liguria ci sono ancora circa 350mila persone da vaccinare, molti sono giovani ma chi preoccupa il governatore sono gli ultracinquantenni: "In Liguria sono 146 mila, poco meno del 20% del totale. Una nicchia. Evidentemente, visto che da tempo potrebbero vaccinarsi, non vogliono farlo - spiega Toti -. Che poi sono quelli che riempiono i letti negli ospedali. I ragazzi ricoverati per Covid sono pressoché zero".

Una posizione netta in linea con quella del governo Draghi che spinge per le vaccinazioni di tutti. E avanza infatti la campagna vaccinale. Nuove dosi sono in arrivo entro il mese di agosto così come le open night e gli open day che saranno organizzati anche a Ferragosto. L'obiettivo è accelerare il più possibile soprattutto con i giovani e il personale scolastico. Dal 23 agosto in tutti gli hub della Liguria ci sarà una linea preferenziale che permetterà a loro (come a tutti i lavoratori anche non residenti in Liguria) di vaccinarsi senza prenotazione.


L'obbligo del green pass vige ormai da circa una settimana per locali, stadi, cinema, musei e non solo e da settembre si estenderà ai trasporti di lunga percorrenza. Su questo punto Toti accende la discussione: "E' una misura che condivido assolutamente, ma potrebbe non bastare. Io la estenderei, alla ripresa a settembre, anche ad altre attività: per entrare nei centri commerciali, nei negozi, nei supermercati". Parole che accenderanno le discussioni. Una posizione, quella del governatore ligure, però non pienamente condivisa dalla maggioranza che sostiene la giunta Toti in Regione. Dalla Lega infatti sul green pass arrivano toni e visioni diverse. A Primocanale il deputato Edoardo Rixi ha rimarcato l'importanza di vaccinarsi senza però portare la discussione in pro e contro green pass: "Riteniamo che il green pass sia utile se usato bene, è evidente che bisogna evitare di dividere le persone in due categoria diverse - precisa Rixi -. Dobbiamo portare tutti a vaccinarsi facendo capire l'importanza, non mettendo degli obblighi che poi difficilmente vengono controllati e gestiti. Mettere un obbligo a prescindere divide la popolazione" (GUARDA QUI).

Ma nelle ultime ore attorno al green pass è scoppiato un vero e proprio cortocircuito ministeriale legato a chi può o non può chiedere un documento di verifica per vedere se il possessore del certificato verde e il soggetto che lo presenta sono la stessa persona. Il ministro Lamorgese ha spiegato che i titolari e gestori di locali devono controllare la validità del green pass ma non possono chiedere un documento di identità. A quel punto, scattato ormai il dubbio su come ci si deve comportare, è arrivata la circolare del ministero per fare chiarezza.

Il nuovo documento diffuso dal Viminale individua due fasi: "La prima consiste nella verifica del possesso della Certificazione verde da parte di chi intende accedere alle attività". Dopo l’accertamento della validità del pass sanitario, con relativa comparsa sulla schermata di nome, cognome, e data di nascita del soggetto a cui è riferito, scatta la seconda fase. La circolare spiega che "si dovrà dimostrare la propria identità mediante un documento che ha come scopo quello di contrastare i casi di abuso o di elusione". Qui la responsabilità primaria riconosciuta dal Viminale pesa sulle figure dei pubblici ufficiali: "Trattandosi di un’attività che consiste nella richiesta di esibizione di un documento d’identità, la disposizione opportunamente indica tra i soggetti investiti di tale verifica in primo luogo i pubblici ufficiali, notoriamente muniti del potere di identificazione delle persone per fini di controllo stabiliti a vario titolo dalla legge".

Un’attività che il capo di gabinetto chiarisce essere non sistematica "ma a richiesta dei verificatori", che quindi potranno richiedere a campione i singoli documenti di identità all’ingresso delle varie attività. Per gli esercenti il Viminale spiega che anche loro saranno autorizzati a controllare i documenti. Nessun obbligo però ma solo la possibilità di decidere se procedere al controllo in caso di "palese violazione".