porti e logistica

Presentato il libro dell'autore Flavio Testi con le foto e i contributi della Fondazione Ansaldo
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Una storia breve ma intensa tra battesimi, record di attraversata, la seconda guerra mondiale, Winston Churchill, l'abbattimento, il suo affondamento e lo smantellamento. E' la storia del Rex, il transatlantico commissionato dalla Navigazione Generale Italiana ai Cantieri Navali Ansaldo di Sestri Ponente. Due date simbolo: 1 agosto 1931 (il varo a Genova) e l'8 settembre 1944 (l'affondamento tra Isola d'Istria e Capodistria nell'Adriatico).

Tredici anni di vita in tutto e una storia da record. E ora c'è anche un libro che racconta e ripercorre nel dettaglio gli anni delle Rex. A scriverla l'autore genovese Flavio Testi che con interviste e studi ha ricostruito la vita del transatlantico nel dettaglio. Nel libro "Rex, il sogno azzurro" edito da Erga Edizioni centrale il ruolo delle foto raccolte e conservate nel tempo da Fondazione Ansaldo che ha voluto fortemente la realizzazione del libro e curato nel dettaglio testi, foto e grafica.

"La necessità di raccontare il Rex nasce da una storia familiare - spiega Flavio Testi, autore del libro - mio padre lavorava in Ansaldo e partecipò alla costruzione della centrale elettrica e al suo montaggio, poi fu convinto e si imbarcò nel Rex come sottoufficiale addetto proprio alla centrale elettrica. Fu l'unico marittimo che rimase imbarcato nel transatlantico dal primo all'ultimo viaggio. Conosceva tutta la storia dei comandanti, della nave e delle cose che sono successe a bordo. Da storico investigativo come piace definirmi sono andato alla ricerca di altre storie legate al Rex e ho scoperto importanti novità per quanto riguarda la fase di costruzione, vita e abbattimento del transatlantico. Ad esempio è molto probabile che venne affondata dalla Raf per espressa richiesta da parte di Winston Churchill, allora primo ministro britannico".

E sì perché il Rex, figlio della tecnologie e ingegneria italiana, simbolo dell'eccellenza di allora del Bel Paese, durante la seconda guerra mondiale finì nelle mani dei tedeschi. Il suo ultimo viaggio fu un Genova-Trieste. Poi la decisione da parte degli inglesi di abbatterlo a suon di bombe. E così dopo appena 13 anni di vita la storia del Rex vide la sua eclissi. Affondò in quattro giorni. Prima però il record di attraversata dell'Atlantico compiuta nell'agosto del 1933 che valse il Nastro Azzurro.

Il viaggio del record iniziò alle ore 11:30 del 10 agosto 1933, quando la nave salpò da Genova alla volta di New York con Francesco Tarabotto al comando. Durante il viaggio riuscì a percorrere le 3.181 miglia che separano Gibilterra dal faro di Ambrose in 4 giorni, 13 ore e 58 minuti: un record assoluto per i tempi. Ma sono tante le scoperte che si susseguono scorrendo una dopo l'altra le pagine del libro: dal contributo della nave al salvataggio degli ebrei europei, alle vicende internazionali in cui si ritrovò in mezzo il Rex e i suoi uomini come l’intercettazione delle fortezze volanti in mezzo Atlantico e non solo.

Ma il Rex era il simbolo di potenza e qualità. Vantava una stazza lorda di 51.062 tonnellate, la propulsione era garantita da quattro gruppi di turbine che azionavano quattro eliche a quattro pale, di circa 5 metri di diametro, raggiungeva i 140mila cavalli. Era di fatto la più grande nave costruita fino ad allora.

"Il Rex è un mito vivente che va oltre il tempo - spiega Lorenzo Fiori - direttore della Fondazione Ansaldo -. Siamo orgogliosi di custodire la memoria di questa magnifica impresa, il sogno di una nazione che ha creduto in una sfida e l'ha vinta. La più grande nave mai costruita in Italia fino allora, capace di unire potenza e qualità, ricordata anche da Federico Fellini, un transatlantico capace di compiere il record del tempo. La gran parte delle foto presenti nel libro arrivano dalla nostra foto teca, nel sito di Fondazione Ansaldo è possibile vedere anche alcuni video del Rex attraverso quella che è una vera e propria integrazione tra la narrazione tradizionale e le tecnologie moderne" conclude Fiori.

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(foto da Fondazione Ansaldo).