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Il riscatto di Keita Balde dal Monaco sarebbe costato 10 milioni, fermo restando il nodo dell'ingaggio
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Sono ore decisive per l’approdo di Daniele Faggiano alla Sampdoria e conseguentemente anche per il mercato della società blucerchiata, in stallo sia in entrata che in uscita.



L’imperativo categorico “prima vendere e poi acquistare” resta attivo, le trattative imbastite in questa direzione sono principalmente due, quella per portare Morten Thorsby al Watford e quella per cedere uno degli attaccanti in esubero, tra Bonazzoli e Caprari, alla Salernitana.



Diverso il discorso per Damsgaard, su cui non c’è fretta e per il quale Corte Lambruschini farà di tutto per alimentare un’asta internazionale.



Ma la Sampdoria delle ristrettezze, annunciate dallo stesso presidente Ferrero, è anche protagonista di un tanto curioso quanto assurdo paradosso: è infatti il club di serie A che sinora ha speso di più. Già, perché i riscatti obbligatori maturati nel 2021 per Antonio Candreva, Antonino La Gumina ed Ernesto Torregrossa, rispettivamente con Inter, Empoli e Brescia, ammontano in totale a quattordici milioni di euro. Molto di più di quanto sarebbe stato necessario per riscattare il più utile Keita dal Monaco, dieci milioni. Fermo restando, va evidenziato, che poi sarebbe comunque rimasto da risolvere il nodo dell'ingaggio. 



E se i 2,5 milioni spesi per Candreva possono anche rivelarsi produttivi considerato il valore del giocatore, i 6 per La Gumina ed i 5,5 per Torregrossa appaiono francamente uno sproposito senza senso. Non a caso entrambi gli attaccanti sono sul mercato, ma per collocarli occorrerà trovare una formula di lungo periodo con i potenziali acquirenti.



Tutte questioni che dovrà affrontare Faggiano, nel momento in cui diventerà direttore sportivo della Sampdoria.