cronaca

Quattro giorni di laboratori, degustazioni e campagne di sensibilizzazione
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Quattro piazze, stand, laboratori e soprattutto l'obbiettivo di responsabilizzare le persone a rispettare e salvaguardare il mare: così Slow Fish, giunto alla sua decima edizione, ha fatto incursione a Genova. Se da un lato si può fare una vera e propria escursione culinaria, passeggiando per la città e assaggiando le specialità tipiche di ogni regione nel giro di pochi metri, dall'altro la manifestazione come sempre rappresenta l'occasione per imparare sempre qualcosa di nuovo. 

"Siamo molto orgogliosi di aver dilatato l'evento in tutta la città, da piazza Caricamento, a piazza De Ferrari e piazza Matteotti, fino a piazza della Vittoria con food truck, degustazioni, enoteche e stand selezionati", commenta Alessandra Turco, coordinatrice dell'evento. "Per noi Slow Fish però è soprattutto una campagna di sensibilizzazione per far capire che tutto quello che facciamo sulla terra ha delle conseguenze anche per l'ambiente marino. Il tema di quest'anno è infatti quello dei cicli dell'acqua. A questo si aggiunge la lotta alla plastica, siamo contenti che l'opinione pubblica sia sempre più sensibile: non si tratta solo di inquinamento, dato che le microplastiche vengono ingerite dai pesci che poi finiscono nei nostri piatti". 

Proprio per questo dalla Puglia e in particolare dalla costa di Taranto arriva l'esempio dei mitilicoltori che, come racconta Luciano Carriero: "Da due anni stiamo sperimentanto l'utilizzo di una rete biodegradabile nei nostri allevamenti di cozze per salvaguardare il mare, dato che la plastica ha devastato le nostre coste. E' un materiale compostabile che può essere smaltito nell'umido o in altre forme, è una magia per il mare, ma anche per il consumatore che riceve un prodotto di qualità ancora più alta". 

E anche la Liguria sta pensando di importare l'idea, soprattutto alla Spezia. "E' fondamentale trovare soluzioni a livello ministeriale per evitare il più possibile di creare marine litter, ovvero per contrastare la formazione di rifiuti nocivi e plastici soprattutto con le attrezzature da pesca", spiega Marco Da Adamo, responsabile presidi del mare Slow Food Puglia. "Speriamo davvero in normative che entrino in vigore al più presto e siano valide per tutti".