Fa quasi strano sentire sulle spiagge della Liguria l'accento toscano o modenese, qualche romano, oltre ai "soliti" piemontesi e lombardi. Eppure il turismo è ripartito, con ristoranti pieni, lunghe file di ombrelloni e alberghi che finalmente spalancano le porte ai clienti, dopo quasi 5 mesi di chiusure. Ma si sente la mancanza degli stranieri."I pochi stranieri provengono dalla Svizzera e dalla Germania, si incominciano a intravedere alcuni dal Belgio e dall’Olanda", spiega Aldo Werdin dell’Unione dei Gruppi Albergatori del Levante. A questi si aggiungono i cugini d’oltralpe, i francesi, che già durante la pandemia frequentavano alcune aree dell’imperiese. "A Ponente i numeri sono più alti che a Levante. Ma ci mancano molto gli americani e il turismo russo". Per loro, infatti, è necessario sottoporsi ad un tampone nelle 48 ore precedenti alla partenza, altrimenti bisogna osservare 10 giorni di quarantena. Una grossa perdita soprattutto per gli hotel di lusso a 4 e 5 stelle. A questo si aggiungono i continui disagi delle infrastrutture in Liguria.
"E’ inaccettabile pensare che un proprio cliente faccia 3 o 4 ore di viaggio partendo da Milano con grandi aspettative per un weekend che sogna da tempo e si trova a fare code su code prima di arrivare a destinazione", commenta Werdin. "Oltre al disagio delle autostrade e dei cantieri che pesano notevolmente, c’è poi il tema dei treni troppo pochi e troppo affollati".
Ma adesso è già tempo di guardare al 2022, promuoversi e creare sinergie tra territori. "Quest'anno è andata così, siamo partiti in ritardo a causa della pandemia e delle incertezze legate a Green Pass e non solo. Ma per il futuro dobbiamo fare rete, promuovere tutti insieme prima il Tigullio e poi i singoli territori".
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