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Il passivo di 33 milioni impone una campagna trasferimenti più che accorta
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Lo sprofondo rosso nei conti impone una rigida copertura dei costi. Dopo la pandemia da Covid anche al Genoa devono inaugurare una stagione di lacrime e sangue. Un bilancio con oltre 33 milioni di passivo è una spia più che sufficiente per provare a fare le nozze con i fichi secchi. Opportunamente il presidente Preziosi lo ha comunicato tempo fa al tecnico Ballardini che ne ha preso atto.

Da quando il Genoa è tornato in A è il mercato più difficile. Servono alleanze e un po’ di fantasia per scoprire un colpo capace di sistemare le cose. Tanti i nodi da affrontare. Perin è un caso: il portiere vuole il Genoa ma la Juve lo ha messo in vendita. Rischia di lasciare il Grifone con la Fiorentina in grado forse di acquistarlo per il partente Dragowski. Allora ecco l’idea Silvestri, oppure Joronen o Sirigu che però ha un ingaggio oltre i 3 milioni, a proposito di spese pazze.

Nella filastrocca estiva con Perin c’è la suggestione Perotti che caldeggia un ritorno nella società che l’ha rilanciato ma Preziosi prende tempo. E c’è anche il nome di Pereiro trequartista del Cagliari che potrebbe accettare lo scambio con Ghiglione. Di Lammers, Sabelli, Frabotta e Kucka abbiamo già dato conto come per Strootman uno dei pochi punti fermi a cui Ballardini non vuole proprio rinunciare. E poi c’è Pandev che a giorno deciderà se giocate ancora o chiudere qui la sua luminosa carriera. Intanto gli stadi su riapriranno probabilmente al 25 per cento con capienza del Ferraris a circa 8.700 spettatori. Ma non erano entrate quelle dei botteghini assolutamente inutili? Quando non c’è farina anche il pane nero va bene. Basta ricordarselo.