 La grande novità delle prossime elezioni comunali di Genova, che dovranno scegliere il sindaco, fra un anno, nel 2022, sarà il candidato di Giuseppe Conte. Cioè il nome che i nuovi Cinquestelle locali (se ancora si chiameranno così), fondati da Beppe Grillo con un’ operazione a cui in pochi credevano (o speravano di non credere…) e rifatti ex novo dall’ex premier, tireranno fuori per sfidare il favorito Marco Bucci. Per arrivare magari a un ballottaggio, battendo il candidato che il Pd dovrà indicare.
                    
                     La grande novità delle prossime elezioni comunali di Genova, che dovranno scegliere il sindaco, fra un anno, nel 2022, sarà il candidato di Giuseppe Conte. Cioè il nome che i nuovi Cinquestelle locali (se ancora si chiameranno così), fondati da Beppe Grillo con un’ operazione a cui in pochi credevano (o speravano di non credere…) e rifatti ex novo dall’ex premier, tireranno fuori per sfidare il favorito Marco Bucci. Per arrivare magari a un ballottaggio, battendo il candidato che il Pd dovrà indicare.Dopo la prima intervista post “conticidio” che il professore martedì sera ha dato a Giovanni Floris, emergono parecchie novità. Il nuovo movimento (o partito) si distinguerà parecchio dall’antico. L’esperienza di governo bipolare, prima con la Lega e poi col Pd, ha mostrato un Conte gran mediatore, brillante nell’affrontare la prima spaventosa tranche di pandemia e poi , via via, in affanno anche per colpa di qualche pseudo-alleato. Chiedi a Renzi. Ma l’intervista ha tracciato un identikit del nuovo potenziale elettore Cinquestelle molto interessante. Dove il giustizialismo spinto diventa piuttosto rinnovata esigenza di lotta alla corruzione, dove si svela una forte anima ecologista e dove, e qui sta la novità più interessante dal punto di vista elettorale, il futuro segretario post-grillino apre le porte ai “moderati”.
Non sono un moderato, dice Conte, ma mi rivolgo anche ai moderati. Che si dice sempre sono un popolo silenzioso e numeroso che magari sceglie o ha scelto spesso l’astensione e che con un candidato meno “marcato” , più “tranquillo” pur nelle linee ferme dei Cinquestelle su alcuni temi fondamentali, potrebbe raccogliere consensi a sorpresa. Anche tra le fila del centrodestra e del centrosinistra, se il Pd lettiano non sceglierà un nome giusto.
Cosa che dovrà fare anche Conte e non sarà un’ operazione semplice perché ormai sono pochi i potenziali candidati che hanno voglia e tempo per dedicarsi a un lavoro difficile e soprattutto molto, molto rischioso.
La prima fida, dunque, sarà tra nuovi Cinquestelle e nuovo Pd: il nome, prima di tutto il nome. Presto. Anzi: prestissimo.
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