cronaca

Ancora più di 250 casi ogni 100mila abitanti, soglia che fa scattare le misure straordinarie
1 minuto e 23 secondi di lettura
Non ci sarà nessuna 'ultima cena' per dire addio alle restrizioni anti-covid. Almeno, non ancora. La provincia di Savona si colora di rosso e lo resterà almeno sino a domenica 11 aprile. Con l'aumento dei casi covid e la pressione sugli ospedali savonesi, l'incubo di nuove restrizioni è diventato realtà. I numeri dei decessi creano sgomento esattamente come lo scorso anno, ma ora c'è la consapevolezza, e la stanchezza, di dover affrontare un'altra primavera nel segno della pandemia.

Il direttore della Asl2 savonese Marco Damonte Prioli aveva annunciato alla presenza del governatore Toti che ci sono "ancora ampi limiti di sicurezza dei posti letto ospedalieri sia di media intensità che di terapia intensiva. non abbiamo problemi a dare una risposta ai cittadini che in questi giorni dovessero aver bisogno del ricovero". La zona rossa servirebbe quindi a prevenire il disastro, anche perché nel savonese si registrano più di 250 casi per 100.000 abitanti, ovvero oltre il livello di guardia previsto dal decreto ministeriale in via di approvazione.

Nella babele dei divieti è facile inciampare e incorrere in sanzioni amministrative salatissime. I baristi diventano vigili, i sindaci sono chiamati a prendere decisioni scomode e le forze dell'ordine presidiano i caselli autostradali come fossero in trincea. Non sono mancate le multe e nemmeno situazioni di tensione, ma controllare capillarmente le vie cittadine è sempre più complicato.

Questa mattina si è pertanto svolto l'incontro del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato dalla prefettura, a cui hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Savona Pierangelo Olivieri, la sindaca di Savona Ilaria Caprioglio e il primo cittadino di Albenga Riccardo Tomatis.