cronaca

Le parole del commissario Cocca: "Ciò che anche noi percepivamo era un generale senso di smarrimento"
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E' già passato un anno dal primo lockdown, scattato in Italia il 9 marzo del 2020. Anche per le forze di polizia sono cambiate molte cose, poiché nuove norme portano necessariamente ad un diverso tipo di controlli ed eventuali sanzioni. 


A commentare questo periodo uio Filippo Cocca, commissario della questura di Genova: "E' stato un momento in cui non sapevamo a cosa andavamo incontro edi in cui ci dovevamo confrontare con un virus sconosciuto apportando un approccio di controllo diverso nei confronti della cittadinanza,visto che la gente che forniva durante i controlli le autocertificazioni dichiarando le ragioni per cui usciva da casa".

 
"I controlli sono stati effettuati in maniera capillare sul territorio genovese; i cittadini si sono dimostrati diligenti ma è vero anche che ci sono stati attimi di incertezza da parte nostra nell'approccio con le persone visto che tutti ci trovavamo di fronte ad un virus allora ignoto."

 
"Quello che si poteva riscontrare nei cittadini oltre alla diligenza era questo senso di smarrimento; io ricordo di persone anziane che mi chiedevano se potevano uscire per buttare l'immondizia. La gente aveva bisogno di un punto di riferimento."
 
 
Un virus che ha cambiato anche le abitudini quotidiane ed ha diviso varie famiglie: "Personalmente, quando tornavo a casa dai miei cari la prima cosa che facevo era togliermi le scarpe, igienizzarmi e farmi la doccia. Sono tornato a casa mia, a Roma, meno di quanto avrei voluto. Però mi sono dedicato al mio lavoro sacrificando gli aspetti personali."