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Nel pomeriggio di domani l'annuncio delle restrizioni chieste dal Cts per attenuare la terza ondata
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 La riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, un gruppo di ministri e gli esperti del Cts, cominciata alle 17, è durata fino alle 19,30. Sono state tratte le conclusioni politiche in base alle indicazioni dei tecnici e le nuove misure verranno rese pubbliche domani alle 14,30 in conferenza stampa.

Si tratta di misure che verranno applicate fin dal prossimo fine settimana. Nel giorno di aumento dei ricoveri e del numero di pazienti in terapia intensiva sembra inevitabile un nuovo inasprimento dei provvedimenti, con zone rosse nei giorni di sabato e domenica e limitazioni agli spostamenti.  Il Comitato tecnico scientifico chiede di chiudere il più possibile, tocca a Draghi conciliare le esigenze degli esperti con le posizioni della sua eterogenea maggioranza politica.

Il giro di vite potrà essere più o meno intenso in base alla sostanza delle misure che il governo sceglierà di adottare: in queste ore si parla di fine settimana in zona rossa, su tutto il territorio nazionale e a prescindere dal colore della Regione, per impedire l'interazione fra le persone che tendono ad uscire di più nel fine settimana, ma sul tavolo c'è anche l'ipotesi di far scattare automaticamente la zona rossa in quei territori che superano l'incidenza settimanale di 250 contagi ogni 100mila abitanti. Si ipotizza inoltre anche un blocco degli spostamenti in zona gialla, per limitare la circolazione del virus.

A Palazzo Chigi si lavorerà tutta la notte per decidere il contenuto del decreto presidenziale che conterrà le nuove restrizioni, che verrà illustrato domani pomeriggio. I componenti del Cts sono stati tassativi, in ragione della Pasqua imminente e della diffusione delle varianti del virus originario: bisogna intervenire ora o si rischia una terza ondata dalle ripercussioni catastrofiche.

Si pensa quindi di ripristinare le misure che hanno regolato le vacanze di Natale, con festivi e prefestivi in zona rossa per tutti. Ciò comporterebbe nuove chiusure per bar e ristoranti, che però potrebbero continuare a lavorare con l'asporto e le consegne a domicilio. Di contro sembra allontanarsi la prospettiva della riapertura di cinema e teatri per il 27 marzo.