economia

Sotto esame il comportamento delle autorità italiane rispetto alle esigenze ambientali
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 Il caso ex Ilva torna sotto i riflettori a Strasburgo, dove questa settimana il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa deve valutare se le autorità italiane hanno adottato le misure necessarie per proteggere la popolazione dalle emissioni nocive dell'acciaieria, e dato ai residenti una via di ricorso per chiedere la decontaminazione delle aree intorno allo stabilimento. Così come richiesto nella sentenza di condanna pronunciata il 24 gennaio 2019 dalla Corte europea dei diritti umani nei confronti dell'Italia. Il comitato dei ministri ha il compito di assicurarsi che gli Stati membri adottino tutte le misure necessarie a mettere fine alle violazioni stabilite dai giudici di Strasburgo.

L'ultima volta che l'organo esecutivo del Consiglio d'Europa ha analizzato il caso, nei primi di marzo dell'anno scorso, ha indicato che le informazioni fornite dall'Italia sulle misure adottate per proteggere gli abitanti dall'inquinamento causato dagli impianti dell'ex Ilva erano insufficienti, e ha chiesto al governo di fornire un quadro completo sul piano ambientale, l'inquinamento dell'area, e sull'immunità accordata ai responsabili entro il giugno dell'anno scorso. Dal fascicolo accessibile sul sito del Consiglio d'Europa, emerge che le autorità italiane non hanno inviato la documentazione sul piano ambientale e i livelli di inquinamento nella città di Taranto, ma hanno invece inviato lo scorso 18 gennaio un documento in cui si attesta che "immunità penale e amministrativa accordata alle persone responsabili per la messa in atto del piano ambientale approvato dal governo è cessata il 6 settembre del 2019". Dallo stesso fascicolo risulta che gli avvocati che hanno rappresentato i cittadini di Taranto davanti alla Corte di Strasburgo hanno scritto al comitato dei ministri 4 volte. L'ultima, il 4 marzo scorso, indicando che il governo non ha fatto ancora nulla per proteggere la salute di chi vive attorno all'ex Ilva, né per permettere ai cittadini di avere a disposizione un ricorso per chiedere la decontaminazione delle aree inquinate dall'acciaieria.