cronaca

I contagiati sono isolati in un albergo del centro storico
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Sette ospiti, cinque italiani e due stranieri, dei bilocali della parrocchia nerviese di San Giuseppe e Padre Santo di via del Commercio sono risultati positivi al Covid, per questo altri trenta altri frequentatori della struttura, persone con storie di disagio alle spalle, e lo stesso don Vincenzo, anima della comunità nerviese, sono ora in isolamento e lo rimarranno fino a venerdì in attesa del secondo tampone di controllo.

Il cluster della San Giuseppe
è trapelato dai social, con qualche veleno all'indirizzo degli ospiti del centro di accoglienza creato da don Vincenzo e portato avanti insieme alla Caritas.

Fra le frecciatine in rete quella che nonostante la positività di alcuni migranti all'interno della struttura e anche all'esterno le misure di prevenzione del contagio fossero un optional.

Per questo oggi pomeriggio siamo andati a verificare di persona.

Risultato: il cancello d'ingresso è serrato, la struttura chiusa all'esterno e ogni possibile contatto con estranei è bandito. Unici contatti quelli telefonici. Non solo: lo stesso don Vincenzo, solitamente accogliente, ha rifiutato di parlare anche solo a distanza con il cronista.

Dall'esterno, inoltre, tutte le persone che si vedono all'interno della struttura o anche nel cortile indossano regolarmente la mascherina.

Anche se pare che qualche giorno fa la prevenzione non fosse così ferrea, adesso però in effetti appare tutto in ordine.

Tanto che alcuni abitanti nella zona, alle domande sui presunti comportamenti a rischio da parte degli ospiti della parrocchia sono apparsi duri: "Sono solo cattiverie da social, la gente sa solo sparlare, noi siamo con don Vincenzo e i suoi ospiti. Il vero problema di via del Commercio non è la parrocchia ma il rischio amianto dell'ex fabbrica Aura, se volete denunciare un rischio per la salute degli abitanti andate a dare un'occhiata lì".