cronaca

Il disagio 'silenzioso' delle famiglie
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Prima il 7 gennaio, poi l'11, poi ancora dubbi su quando gli studenti delle scuole secondarie superiori potranno ritornare in classe, seppur al 50%. In Liguria, così come nella maggior parte delle regioni italiane, si è preferito aspettare alla luce dei nuovi dati sui contagi e sull'indice Rt pari allo 0.95%. Una decisione difficile e sofferta per le istituzioni locali, anche perché era tutto pronto negli istituti, dal piano trasporti agli ingressi scaglionati, ma è una decisione presa per prudenza. A casa, però, le famiglie non hanno preso bene la notizia. “Da novembre 4 milioni di studenti sono a casa in Italia: mai per così tanto tempo nel resto d’Europa i ragazzi non hanno potuto andare in presenza a scuola alla luce anche del primo lockdown”, sottolinea Chiara Fasce, mamma del comitato Priorità alla Scuola. “Tutto questo causerà un gap formativo, oltre ai disagi psichici che sta già causando agli adolescenti”.

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La mancanza di socialità con i compagni e di confronto diretto con gli insegnanti si fa sentire, non soltanto sul rendimento scolastico ma soprattutto sui comportamenti quotidiani. “I ragazzi sono privi di punti di riferimento, perdono la propria soggettività, l’interesse nella cura di sé, si confondono e non riescono a trascorrere la giornata in maniera lineare, giornata che è lunghissima trascorsa per la gran parte del tempo nella propria stanza davanti allo schermo del pc o del cellulare”, aggiunge un papà, Danilo Cazzulo.


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Le amicizie di una vita intera, i primi amori, ma anche la competizione e la complicità che si creano tra le file dei banchi: tutto in stand-by, anche se la tecnologia accorcia le distanze, ma non può sostituire quello che è un momento fondamentale per lo sviluppo della persona, con conoscenze, interessi personali, carattere. Senza contare che non si possono fare attività in palestra o determinati sport. “Almeno chiediamo che possano tornare anche un solo giorno o due a settimana, pur di rompere la routine”, chiedono i genitori.


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LA PROTESTA – Per questi motivi, diversi studenti sciopereranno nelle giornate di lunedì e martedì, scendendo in piazza per chiedere di essere ascoltati. Tra loro anche l'Unione degli Studenti spezzini che in piazza Verdi, davanti alla sede di alcune scuole, a partire dalle 10, chiederanno un rientro in classe in sicurezza. "La negligenza del Ministero non è più tollerabile gli studenti hanno bisogno di certezze e la scuola dovrebbe essere un punto prioritario per il nostro Stato. Le soluzioni adoperate fino ad ora non sono più sufficienti: è un dato di fatto che la DaD presenta innumerevoli problemi, sotto ogni aspetto, ma anche un rientro privo di provvedimenti seri per la sicurezza li avrà. Noi, studenti e studentesse, vogliamo un rientro in presenza sicuro, efficace e riformato".