cronaca

Le parole della presidente del Comitato ricordo vittime dopo quanto emerso
3 minuti e 9 secondi di lettura
"La sensazione più paradossale che abbiamo è che da una parte c'è in noi la soddisfazione perché le cose stanno andando avanti dall'altra la tristezza perché ci accorgiamo che tutto ma proprio tutto poteva essere evitato. E' davvero alienante trovarsi in questa situazione e pensare che anche solo grazie all'attenzione di un singolo questa tragedia poteva essere evitata, la cosa ci turba" così a Primocanale Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo vittime ponte Morandi dopo la consegna da parte dei periti della relazione che fa luce sulle cause della tragedia del 14 agosto 2018 che costò la vita a 43 persone.

Oltre alla corrosione, si trova scritto nelle 500 pagine, a determinare il crollo sono stati anche "i controlli e le manutenzioni che se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell'evento" (GUARDA QUI).


"Nell’attesa di ricevere la perizia - prosegue Possetti - attenendoci a quanto emerso in queste ore, possiamo constatare che molte delle fantomatiche cause emerse in questi mesi siano state definitivamente tacitate, è molto triste ma finalmente chiaro avere conferma che tutto poteva essere evitato. I nostri cari sono stati uccisi, nessuno potrà far tornare indietro il tempo, possiamo solo continuare a lottare con fermezza e determinazione per la ricerca della verità. Ringraziamo i periti, la procura, gli inquirenti, il tribunale per il duro lavoro che hanno fatto e faranno per far emergere la veriita’ Auspichiamo che tutti coloro che fino ad ora hanno avuto dubbi sulla nostra battaglia, anche di civiltà, possano condividerla ed appoggiarla". Le teorie sul crollo del ponte causati dal peso delle bobbine del camion, dal fulmine alle bombe, tutto spazzato via della relazione tecnica.


Il processo va avanti seppur a rilento a causa dell'emergenza Covid. A febbraio si svolgerà l'incidente probatorio dove verrà discussa la perizia. Poi ci saranno i tempi tecnici per definire gli imputati che poi andranno a processo. "Auspichiamo a questo punto che il processo possa avere delle tempistiche un po' più snelle" spiega ancora Possetti che ringrazia per 'il lavoro egregio svolto' dai periti super partes scelti per effettuare la relazione.

Da Egle Possetti, che nella tragedia della vigilia di Ferragosto del 2018 ha perso la sorella, il cognato e due nipoti parole dure verso Autostrade: "Abbiamo sempre visto come hanno affrontato questa vicenda con lo scontro. Mi colpisce anche che ci siano dei periti incaricati dagli accusati che abbiamo fatto certe dichiarazioni che questa perizia ha sbugiardato. Mi ha stupito che delle professionalità possano aver appoggiato teorie che in realtà hanno poco senso. Poi su Autostrade vedremo quali saranno i fatti" conclude.

Al momento sono 71 gli indagati per il crollo di ponte Morandi. Oltre agli ex vertici di Autostrade per l'talia e di Spea (la società che si occupava delle manutenzioni), ci sono anche acuni funzionari del ministero dei Trasporti e i tecnici più le due società stesse. Le accuse sono a vario titolo di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza del trasportie falso. "La perizia è un caposaldo dell'inchiesta. Questa è una prova, non una ipotesi della procura". Lo dice il procuratore di Genova Francesco Cozzi il giorno dopo la consegna della perizia sul crollo del Morandi da parte dei periti del gip. "Il crollo del ponte non è un fatto venuto così, ma rivelatorio di un sistema complessivo". "È un gran lavoro dei periti, lavoro che è conforme alle risultanze che venivano dalle nostre consulenze tecniche su materiale raccolto dalla Gdf e le altre forze dell'ordine", ha proseguito Cozzi. "Ora si tratta di collegare le risultanze delle perizie con i singoli comportamenti umani"