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Estesa la durata fino a 50 giorni, norme valide su tutto il territorio
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Divieto di lasciare la propria regione per tutte le festività, dal 21 dicembre al 6 gennaio. Proibito lasciare anche il proprio comune a Natale, Santo Stefano e Capodanno. A poche ore dalla scadenza dell'ultimo Dpcm, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Covid che vieta gli spostamenti dal 21 al 6 gennaio ed estende la durata dei Dpcm fino a 50 giorni. Questa la cornice normativa del Dpcm che entrerà in vigore il 4 dicembre. Norme che saranno valide per tutto il territorio nazionale sicuramente fino all'Epifania e indipendentemente dal colore della regione.

"In ragione dell'evolversi della situazione epidemiologica
relativa all'emergenza sanitaria che è conseguita alla diffusione pandemica del virus Covid-19 e del carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia, in prossimità delle festività natalizie, si rende necessario apportare alcune modifiche alla disciplina delle misure volte a contenere e contrastare i predetti rischi sanitari, nell'ambito del territorio nazionale". Così il governo allunga la durata della validità delle misure anti-Covid. "In primo luogo al comma 1 si interviene sul termine massimo di durata, che da 30 diventa di 50 giorni, delle misure per fronteggiare nel modo più efficace l'emergenza in atto", si legge nella bozza del decreto.

"Ma chi scrive queste norme ha mai vissuto nella province italiane o solo nelle grandi città?". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e vicepresidente della Conferenza delle Regioni ha commentato il testo del nuovo Docm sul Covid. "Nessuna regione è una scriteriata, non esiste una narrazione di un Governo formica e delle regioni cicale che vorrebbero aprire tutto. Ma occorre tenere conto di tutte le esigenze e le difficoltà del Paese. Per quello che sento trovo alcune cose un po' strane. Non capisco per quale motivo un cittadino di una regione gialla non possa andare a passare il Natale con la sorella o il fratello che vive nel comune accanto", ha ribadito il governatore ligure dopo aver convocato la Conferenza delle Regioni "perché il presidente Bonaccini è ancora convalescente, e ne discuteremo".

Resta il divieto di circolazione dopo le 22 e fino alle 5 del mattino successivo se non per motivi di necessità, lavoro o salute. Il limite vale anche per Natale, Santo Stefano e a Capodanno. Per questo motivo la messa della vigilia dovrà essere anticipata alle 20 per permettere ai fedeli di ritornare a casa prima dello scoccare del coprifuoco. "É una decisione presa in accordo con la Cei", spiegano dal governo. Il blocco degli spostamenti non impedirà comunque nel periodo natalizio di tornare a casa propria. Nel testo si legge infatti una formula che compariva già nei precedenti Dpcm del governo: "E' comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione", con la sola esclusione delle seconde case.

MOBILITA' TRA REGIONI - Dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si potrà più spostare neppure tra regioni gialle. Saranno permesse deroghe per ritornare ai luoghi di residenza o domicilio e sempre e comunque per tornare alla propria abitazione, si legge nella bozza del decreto. Restano sempre le eccezioni per motivi di necessità, lavoro o salute. Non sarà possibile raggiungere la seconda casa in un'altra regione e comune il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio.

MOBILITA' TRA COMUNI - E' la novità del decreto all'esame del Consiglio dei ministri: il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio sarà proibito anche spostarsi dal comune nel quale ci si trova, che sia quello di residenza, domicilio o meno. 

QUARANTENA DALL'ESTERO - La misura, che dovrebbe essere valida dal 20 dicembre, è pensata soprattutto per chi intenda andare a sciare in Svizzera - che ha tenuto le piste aperte - o in Paesi dell'Unione europea, come Slovenia e Austria, con quest'ultimo paese che ha annunciato di aprire le piste solo ai residenti.

RISTORANTI - Si potrà pranzare al ristorante il 25 e 26 dicembre, a Capodanno e per l'Epifania. La sera invece resteranno chiusi visto il coprifuoco in vigore.

NEGOZI E OUTLET - I negozi dovrebbero restare aperti nei giorni delle festività per lo shopping fino alle 21, per permettere di 'spalmare' la clientela lungo un arco di tempo più ampio possibile e ridurre il rischio di assembramenti. I centri commerciali saranno aperti nei fine settimana fino al 20 dicembre, ma chiusi nelle festività natalizie.

IMPIANTI SCI E HOTEL MONTAGNA - E' uno dei punti fermi a poche ore dalla definizione del Dpcm: gli impianti di risalita restano chiusi per il rischio assembramenti. Aperti invece gli alberghi di montagna dove sarà possibile fare il cenone ma in camera.

CROCIERE VIETATE - Fino a qualche giorno fa sembravano una delle poche isole (galleggianti) felici, pur con strettissime misure di sicurezza. Invece il governo ha deciso di proibire i viaggi sugli hotel del mare.

RIDUZIONE DAD A DICEMBRE - E' un'ipotesi ridurre la percentuale di studenti che fanno lezione a distanza. La scuola nel suo complesso dovrebbe comunque riaprire dopo la Befana. La Ue ha indicato come misura cuscinetto di allungare le vacanze di Natale e dunque posticipare il rientro in aula.

ITALIA A TRE COLORI - Confermato il sistema delle fasce, rossa, arancione e gialla in ordine decrescente di diffusione del contagio e di pressione sul sistema sanitario, con conseguenti misure più stringenti. L'obiettivo è portare entro metà dicembre tutto il Paese in fascia gialla, la meno rigorosa, ma rafforzata da divieti di mobilita' e altre restrizioni valide per il periodo delle festivita'.