cronaca

La denuncia: "Pericolosa promiscuità e detenuti senza mascherine"
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Il Coronavirus non arresta la sua corsa. Nemmeno nelle carceri, che avevano comunque retto alla prima ondata e che registrano ancora presenze superiori alla loro capienza. In due settimane i contagi dietro le sbarre sono cresciuti di circa il 600% .I casi sono in 71 istituti su circa 200 (due terzi non ne hanno neanche uno). L'emergenza riguarda soprattutto i penitenziari che sono nelle regioni dove il Covid 19 è più diffuso, Lombardia e Campania in testa, anche se uno dei cluster più preoccupanti è nel carcere di Terni.

Non è un caso se proprio dalla Lombardia sia partito un appello al Parlamento perché ampli le misure già disposte dal governo per alleggerire la pressione sulle carceri. Sono contenute nel dl Ristori e prevedono la detenzione domiciliare per i detenuti ai quali resta da scontare una pena inferiore a 18 mesi (solo per reati meno gravi e con l'obbligo del braccialetto elettronico). Per ora hanno avuto effetti molto modesti, almeno stando all'ultimo dato reso noto il 7 novembre scorso dal Garante nazionale delle persone private della libertà,che per primo ha chiesto misure più incisive: solo 85 hanno lasciato il carcere per gli arresti domiciliari.

Se il 27 ottobre scorso i ristretti positivi erano 145 e 199 gli agenti,
nell'ultimo report trasmesso dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziari ai sindacati il 10 novembre scorso entrambe le cifre sono schizzate molto più in alto: i detenuti contagiati sono 537 ( di cui 513 in carcere e 24 in ospedale), mentre i positivi tra agenti e personale vario sono 728 , tutti in quarantena nelle loro case e solo una piccola minoranza in caserma. I numeri più preoccupanti si registrano in Lombardia con 161 detenuti e 183 addetti alle carceri con il Covid. E come sta accadendo per la diffusione in generale della pandemia a soffrire sono soprattutto i penitenziari di Milano, con 84 detenuti e 32 addetti positivi tra San Vittore e Monza, 52 ristretti e 16 agenti a Bollate (ma nessun caso invece tra i reclusi di Opera dove ci sono però 24 contagiati tra il personale).

Critica anche la situazione in Campania con 73 ristretti e 157 unità del personale con il Coronavirus. La maggior parte dei casi è concentrata a Poggioreale: 57 reclusi (ma il Sappe, sindacato della polizia penitenziaria, segnala 100 detenuti positivi e in isolamento, dato che il ministero della Giustizia non conferma) e 43 operatori contagiati. Mentre a Secondigliano il virus è più diffuso tra il personale (51) che tra i detenuti (8). Uno dei maggiori focolai è nel carcere di Terni: 71 i detenuti contagiati e 6 gli operatori.Altri cluster significativi a Alessandria (37), Larino (29 detenuti), Livorno (27), Genova (24 a Marassi).

Il nuovo allarme sulla crescita del contagio nelle carceri arriva dall'Osapp. Il sindacato della polizia penitenziaria in una lettera al ministro della Giustizia denuncia la "pericolosa promiscuità nei reparti detentivi", e l' "assenza di dispositivi di protezione individuale" per i ristretti. Mentre il Sappe invita il ministro a "non ritardare ulteriormente" test e tamponi per il personale della polizia penitenziaria. Con l'ultimo Dpcm, proprio per arginare la pandemia dietro le sbarre, nelle zone rosse non sono più possibili le visite dei familiari, sostituite con colloqui a distanza, e limitazioni sono previste in quelle arancioni.