salute e medicina

Il presidente Alessandro Bonsignore fa il punto della situazione
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"Abbiamo in un solo giorno aumentato del 10% il tasso di ricoveri nella nostra regione, vuol dire che in una giornata abbiamo riempito due interi reparti dedicati al covid. E' una situazione preoccupante, i numeri ci dicono che siamo in una situazione peggiore rispetto ad altre realtà". Non usa mezze parole Alessandro Bonsignore, presidente dell'Ordine dei medici della Liguria. I numeri del Covid in Liguria preoccupano e non poco. Regione Liguria ha emanato una nuova ordinanza per cercare di limitare il rischio di contagio (CLICCA QUI).

A far paura è l'aumento vertiginoso degli ospedalizzati. Nell'ultima giornata il dato segna un più 67. Il primo ottobre i ricoverati per Covid erano 173, oggi 537. "Rischiamo il collasso del sistema sanitario - spiega ancora Bonsignore -. Il dato dei positivi al Covid tra i nuovi testati è del 28% (lunedì era del 35% ndr), per far capire la situazione, il Belgio che parla di una situazione catastrofica ha il dato al 23%".

Nell'ultima giornata a fronte di oltre 6mila tamponi il numero dei positivi è di 907 persone individuate. La maggior parte di questi è nella Asl3 Genovese dove al momento si registrano 356 ospedalizzati su 537 e in generale 5028 attualmente positivi sui 7842 di tutta la Liguria. Un problema che si ripercuote anche sulla capacità di tracciamento dei contatti. Anche su questo punto il presidente dell'Ordine dei medici della Liguria è chiaro e mette in evidenza tutte le problematiche. "Da dieci giorni circa si è persa la capacità di tracciamento. Tenete conto che per ogni persona positiva i numeri ci dicono che vengono individuati almeno 20 persone con cui sono state a contatto, con 900 nuovi positivi al giorno diventa impossibile per chiunque il sistema di tracciamento".


I positivi in Liguria individuati al momento sono quasi 8mila. A questi vanno aggiunti tutti quelli non individuati in quanto asinotmatici e non venuti a contatto con chi in vece è già risultato positivo. Rispetto alla prima ondata ora i più colpiti sono le persone più giovani. Fatto questo che permette di non avere particolari criticità per quanto riguarda le terapie intensive, ma è marcato l'aumento dell'occupazione di posti in media intensità. Indice che la popolazione anziana, quella più a rischio, è più attenta a rispettare le misure fondamentali per evitare il contagio. Distanziamento, uso delle mascherine e lavaggio frequente delle mani sono le parole d'ordine per tutti.

Regione Liguria in concerto con il settore sanitario si è già mossa per ovviare all'aumento dei posti di media intensità occupati negli ospedali. Già definita e in alcuni casi avvenuta la riapertura dei reparti che erano stati riconvertiti in reparti non Covid al termine della prima ondata. L'ospedale Evangelico di Voltri così come il Padre Antero Micone di Sestri Ponente saranno 'nel più breve tempo possibile" trasformati in punti Covid. In corso inoltre accordi e convenzioni con diverse strutture sanitarie che possano ospitare i pazienti ospedalizzati che andranno via via a migliorare la propria condizione in modo da lasciare i posti letto degli ospedali a persone che ne hanno bisogno. La paura non certo nascosta è quella di non riuscire a curare tutti quelli che necessitano e necessiteranno di cure nei prossimi giorni.


Bonsignore spiega: "La carenza di medici è un problema denunciato per la prima volta 15 anni fa. Serve un percorso di specializzazione importante. Adesso si tratta di assumere tutti quelli che sono disponibili. C'è anche da considerare la concorrenza importante che arriva da parte delle Regioni limitrofe, quindi è giusto ci siano anche gli incentivi da un punto di vista economico. Altrimenti rischiamo che quei pochi professionisti vadano a lavorare altrove".

L'aumento vertiginoso dei casi oltre a mandare in difficoltà le strutture ospedaliere chiede anche interventi importanti per quanto riguarda il personale non medico, quello ovvero chiamato a dare risposte ai cittadini che chiedono informazioni. Basta pensare a chi si trova in isolamento fiduciario o chi aspetta di conoscere i tempi per un tamponi: "E' stato chiesto il potenziamento del personale non medico - spiega ancora il presidente dell'Ordine dei medici della Liguria -. Serve tantissimo personale per gestire e dare risposte rispetto alle richieste che arrivano dal territorio. Si sta lavorando per implementare i Gsat. Ora a Genova il rapporto è di una squadra ogni 50mila abitanti, ora ci sono 12 squadre ma stiamo cercando di arrivare a 30 Gsat. I numeri ci stanno dando torto, la situazione non sta andando assolutamente come doveva andare". Insomma, il quadro preoccupa. Di fatto il mondo sanitario spiega che in Liguria si è già in piena emergenza.