cronaca

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Il ponte che c’e’ di nuovo non e’ un miracolo di San Giorgio. Anche se noi, abituati all’andazzo italiano dei cantieri per l’eternita’ pensiamo che lo sia. E’ il risultato di un insieme di buone azioni, comunali, regionali, statali, che hanno raggiunto un ottimo scopo: ricucire Genova.

Questo risultato ci tempra per affrontare un autunno complicato, molto complicato perche’ soffrira’ le conseguenze negative della pandemia di Covid. Bene essere ritemprati, ma attenzione. Non illudiamoci che la situazione si risolva in una stagione. A cominciare da quella sanitaria le cui premesse di questi giorni di agosto, nonostante la strategia che qualcuno ha sposato del “tutto va ben madama la marchesa”, non sono tranquillizzanti. E non si tratta di allarmismo, ma di analisi dei dati. Perche’ i numeri sono questi e non si interpretano piu’ di tanto. O sono in salita o sono in discesa. E’ difficile che siano in salita, ma in realta’ sono in discesa. E viceversa.

Quello che mi preoccupa da nonno, per esempio, e’ il ritorno a scuola e negli asili. Ritorno assolutamente indispensabile per far ripartire la citta’ e il Paese al pari del lavoro. Scuola e lavoro sono indissolubilmente collegati, l’uno necessario alla sopravvivenza dell’altro. Le famiglie di persone che lavorano, papa’ e mamme, la maggioranza, possono andare avanti solo se funzionano scuole e asili, anche nel timore che il virus intervenga a riscombussolare una normalita’ diventata cosi’ difficile. Il timore mio e’ che una ricaduta blocchi la funzione sociale degli anziani che, spesso, sono i sostituti-asili. Questo e’ solo un esempio.
E’ piu’ che normale che d’estate i ragazzi abbiano voglia di divertirsi e abbiano il diritto a una liberta’ sacrosanta.

Ma purtroppo la situazione che stiamo vivendo, che non mi pare sia quella della “madama marchesa”, dovrebbe spingere a una maggiore cautela. Non schiacciare il pedale dell’acceleratore fino in fondo, ma spingerlo a meta’ . In attesa che quella speranza che si chiama vaccino ci permetta davvero di tornare alla normalita’. Non possiamo piu’ permetterci un nuovo lockdown. Meglio una movida piu’ soft e un treno meno stipato che un “tutti a casa” che ci stroncherebbe.