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Controinformazione all'attacco, detrattori politici ed economici in azione
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“Il #DecretoGenova è legge. Risorse e aiuti concreti alle famiglie che hanno perso la casa, sostegno a imprese e cittadini. Avevo promesso che non avrei mai abbandonato la città in ginocchio. Il Governo è al vostro fianco, Genova si rialza”. Il 'cinguettio' del premier Giuseppe Conte twittato il 15 novembre del 2018 poneva le basi per la ricostruzione di un viadotto che in meno di 24 mesi e stato demolito (il vecchio ponte Morandi) e ricostruito. Un’opera tirata su in tempi record grazie al cosiddetto ‘Modello Genova’ di cui si è vantato (finora) il premier.

Il Parlamento aveva votato nel corso di alcune sedute piuttosto convulse (soprattutto al Senato)
. Il testo è passato grazie ai voti di Movimento 5 Stelle, Lega, Fratelli d’Italia, Per le Autonomie. Contrari al 'Modello Genova' si erano manifestati il Partito Democratico (compreso Renzi che non si era ancora scisso in Italia Viva) e Leu. Forza Italia invece si era astenuta. A distanza di qualche mese, a opera conclusa, tutti vogliono essere "a norma" e nessuno si preoccupa di essere "al sicuro". Cosi il raggio di una curva diventa il discrimine per metterere in dubbio l’intera ricostruzione e il suo sistema. E non bastano le rassicurazioni del Commissario per la ricostruzione, la firma dell’architetto Renzo Piano né delle centinaia di ingegneri che hanno contribuito al risultato.

In pratica, c’è chi vorrebbe che si spendessero (altri) milioni di euro
e anni di lavoro per drizzare una curva di raccordo con la ‘vecchia’ autostrada per andare a 130 km/h in un tratto lungo 200 metri sul nuovo viadotto sul Polcevera. Quel tratto ora prevede un limite di 70 km/h (sul ponte Morandi era di 60 km/h). Un lavoro oggettivamente inutile visto che è il tratto iniziale/finale dell'autostrada. Inoltre, “la deroga è prevista ex lege proprio per motivi economici, garantendo la sicurezza vera, ossia, riducendo la velocità”, assicurano fonti legate ai tecnici che hanno realizzato l’infrastruttura.

Dopotutto “il volto di ogni guerra è, prima di tutto, propaganda e ingiustizia, e grazie a loro, una persona in qualsiasi momento può essere sia ‘per’ che ‘contro’ il conflitto”. Lo ha scritto George Orwell riferendosi al suo ‘Ministero della Verità’, uno dei quattro ministeri che governano lo stato immaginario di Oceania nel romanzo ‘1984’ e si occupa di informazione e propaganda. Ed ecco che (puntuali) - tra campagna elettorale e necessità di mantenere lo status quo del 'codice appalti' - arrivano articoli e ‘memorie’ a vantaggio dei detrattori politici ed economici del ponte progettato da Renzo Piano. E poco conta che perfino dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dia) sia arrivato un plauso all’intera operazione che in meno di 24 mesi ha portato alla realizzazione del viadotto.

Nell'ambito dell'azione rivolta al monitoraggio degli appalti pubblici
si deve "tendere a una radicale semplificazione delle procedure di affidamento - necessaria per una rapida assegnazione delle risorse - replicando il modello già positivamente sperimentato per il ponte Morandi di Genova, dove si è raggiunta una perfetta sintesi tra efficacia delle procedure di monitoraggio antimafia e celerità nell'esecuzione dei lavori", si legge nel testo della Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Dia nel secondo semestre 2019, per quanto riguarda Genova e la Liguria. "E' il momento delle scelte. Avremo necessità di una classe dirigente che si muova secondo il principio della responsabilità", ha sottolineato il generale Gamberale.

Il governatore della Liguria le ha definite “critiche della mediocrità".
Con un post sul suo profilo Fb, Giovanni Toti lascia "alla sinistra gli anni di discussioni inconcludenti e di opere non realizzate, noi in Liguria ricostruiamo il futuro". Nel frattempo il sindaco Marco Bucci (e Commissario per la ricostruzione) ha fissato una nuova data per "l'inaugurazione del nuovo ponte, che avverrà in un giorno compreso tra l'1 e il 5 agosto". Mentre prosegue il dialogo col Quirinale per inserire nell’agenda del presidente Sergio Mattarella il giorno migliore per consegnare il nuovo viadotto ai genovesi e al Paese, la controinformazione di chi ha votato contro il ‘Modello Genova’ cerca di inquinare i pozzi con la norma (burocrazia) a discapito del buon senso.