
Un altro spareggio l’ennesimo nella storia unica del Grifone per evitare l’inferno stavolta della B. Dopo il Lecce ci saranno altre 4 partite ma non fare tre punti oggi significherebbe camminare zoppi fino alla fine. Ci si è ridotti così alla fine di una stagione partita con buone sensazioni e poi tra disillusioni e infine amarezze. Ma indietro si penserà dopo, alla fine di questa via crucis. Ora come allora serve battere il Lecce per guardare con un minimo di serenità al derby e poi alle altre stazioni di un cammino da poveri pellegrini. Nicola ha caricato la squadra. Ricorda giustamente a tutti che prese i rossoblu a 11 punti e ora ne ha 30. Lui ha dato il massimo, senza dubbio.
Ora tocca a Perin, Biraschi, Zapata, Masiello, Criscito, Goldaniga, Schone, Behrami, Iago Falque, Pandev e Pinamonti che inizieranno la contesa contro la formazioni di Liverani. E poi agli altri che entreranno. Tifosi a casa a trepidare in una settimana dopo il tracollo di Torino che ha portato ad una sensibile indignazione dei genoani stufi di tutto e tutti. Chiedono almeno di vincere questa partita. Basta scuse, basta alibi. All’andata con Thiago Motta fini 2-2 col Lecce che concluse in undici contro 9 rossoblu per due espulsioni. Occasione persa allora, si era sul doppio vantaggio, ma c’è un’altra possibilità che bisogna sfruttare. Il Genoa è di nuovo ad un bivio come in quella estate insolita di calcio di 52 anni fa. Stesso giorno. Ci si attacca a tutto per non morire, ci si attacca a tutto per difendere una passione che qualcuno continua a umiliare.
IL COMMENTO
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