salute e medicina

"Ogni anno si ripropone il problema dell'imbuto formativo per i medici laureati"
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 60 i neo medici scesi in piazza De Ferrari a Genova nella giornata di venerdì, 60 in rappresentanza di tutti i giovani laureati e studenti che chiedono risposte concrete e immediate non solo per il loro futuro, ma anche per l’intero settore. Il motivo della manifestazione pacifica e svoltasi nel pieno rispetto delle regole di distanziamento sociale è quello dell’imbuto formativo che si crea dopo la laurea in medicina a causa della mancanza di borse di specializzazione. Ogni anno c’è un divario tra coloro che escono dall’università dopo i sei anni di corso e gli accessi alla specialistica, per 20 mila ragazzi che si laureano infatti i posti sono solo 8-10 mila. Coloro che non riescono ad accedere rimangono in un limbo che ogni anno conta sempre più “camici grigi”, così sono stati battezzati coloro che rimangono con la laurea in mano ma con quasi nessuna possibilità di proseguire il proprio percorso.

Ad incontrare i giovani è stata l'assessore regionale alla sanità Sonia Viale. "Ogni anno si ripropone il problema dell'imbuto formativo per i medici laureati, che hanno a disposizione pochi posti e devono attendere, in media, troppo tempo per entrare in specialità. I posti sono pochi anche rispetto alle esigenze pratiche della sanità. Pur non essendo nostra competenza, da due anni abbiamo finanziato alcune borse di studio per le specialità di cui il nostro sistema ha più bisogno. Già l'anno scorso, grazie alla riduzione del disavanzo - ha detto Viale - , eravamo riusciti ad aumentare le borse di studio. Cercheremo di farlo anche quest'anno, dato il problema della sovrapposizione di due annualità che porterà al concorso migliaia di laureati in più".


"Speriamo che sia l'inizio di un dialogo costruttivo", hanno detto i giovani medici al termine del confronto. Oltre ai posti per la formazione i giovani medici sottolineano altre criticità come "la mancanza di uniformità tra le Regioni rispetto al contratto dei medici specializzandi", anche se poi è soprattutto lo Stato che dovrebbe aumentarle in maniera significativa.

"Questi ragazzi chiedono di lavorare e hanno già fatto una scelta forte per la loro professione e per il loro paese: la sanità italiana ha il dovere di aiutarli - ha continuato Viale - La riforma che ha permesso di fare i tirocini prima della laurea va nella giusta direzione ma ha creato, per quest'anno, un problema di intasamento maggiore perché al concorso parteciperanno i laureati dell'anno scorso e quelli di quest'anno: l'anno scorso erano 18 mila, quest'anno saranno 25.000. È chiaro che è necessario un intervento mirato per quest'anno, anche in considerazione dell'attuale emergenza, e una riforma di sistema a livello nazionale. La nostra Giunta - ha concluso Viale - chiederà con forza al Governo di affrontare questo tema e di prevedere nuovi strumenti normativi".