cronaca

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Rischia di durare meno di due anni l'avventura con Ilva di ArcelorMittal, multinazionale dell'acciaio anglo-indiana. Diversi segnali danno ormai per molto probabile l'uscita del gruppo straniero e il ritorno dell'Ilva, con gli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure, sotto il pieno controllo pubblico con l'amministrazione straordinaria guidata dai commissari del Mise. Quest'ultima e' gia' proprietaria degli impianti avendo avuto ArcelorMittal solo la gestione in affitto con opzione di acquisto.

Lunedi' 25 maggio, in una conference call con ArcelorMittal, Ilva in amministrazione straordinaria e sindacati, il Governo, con i ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e Nunzia Catalfo (Lavoro), riapre il dossier acciaio a distanza di qualche mese. Ora si fa strada l'ipotesi di un nuovo piano basato sull'intervento dei siderurgici italiani con un forte ruolo dello Stato e quindi sulla definitiva uscita di ArcelorMittal. Le proteste di Genova e Taranto. Nel frattempo sempre lunedi' i sindacati hanno indetto anche uno sciopero di quattro ore in tutto il gruppo ArcelorMittal, che pero' a Taranto sara' di otto ore tra primo e secondo turno e coinvolgera' anche i lavoratori delle imprese. Intanto, il 21 maggio a Genova si e' protestato di nuovo con uno sciopero articolato in stabilimento.


Sciopero arrivato dopo la prima iniziativa di lunedi' 18 maggio quando un corteo di 500 lavoratori (ma i sindacati non l'hanno chiamato cosi', stante i divieti di manifestazioni causa Covid-19) si e' mosso dalla fabbrica alla Prefettura di Genova dove poi nel pomeriggio c'e' stata una call conference con l'azienda, chiusasi pero' con un nulla di fatto rispetto alla proposta sindacale e istituzionale di ritirare la cassa integrazione aggiuntiva.

A Taranto nella mattinata del 22 maggio ci saranno due presidi: sotto la Prefettura di Fim, Fiom e Uilm e davanti allo stabilimento dell'Usb. L'insofferenza e la protesta di lavoratori e sindacati verso ArcelorMittal e' ormai molto evidente. Anche le imprese che a Taranto lavorano col siderurgico hanno assunto una posizione critica per i mancati pagamenti delle fatture scadute, e il Governo lo sa bene. Patuanelli ha detto che i segnali di abbandono di ArcelorMittal sono espliciti. L'azienda ha cercato nelle ultime settimane di avere un prestito di 400 milioni garantito dallo Stato - sfruttando le misure pianificate per l'emergenza Covid - ma il Governo ha detto no. E l'ipotesi di una penale da un miliardo che verrebbe chiesta ad ArcelorMittal in caso di abbandono, pure circolata in questi giorni, e' pero' smentita dal Mef.