cronaca

E sulla manifestazione del 2 giugno: "Non ho congiunti o motivi urgenti, non andrò a Roma"
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"Il ministro merita di andare a casa, non per la mancata scelta di Di Matteo, ma per aver rappresentato la punta più avanzata di quella politica 5 Stelle fatta di giustizia forcaiola, di complottismo, della ricerca del nemico sociale da abbattere a suon di manette". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti interviene sulla mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.


"Una visione che ha portato all'abominio della abolizione della prescrizione: un processo senza fine che si trasforma in una condanna a vita mai pronunciata", attacca . "Oggi in Parlamento va in scena qualcosa di surreale, grottesco. Il Ministro Bonafede rischia la sfiducia per l'unica, seppure forse casuale, scelta giusta della sua carriera: non nominare a un ruolo apicale un giudice che per anni ha usato la toga per propagandare le proprie tesi "politiche". Per l'ennesima volta potrebbe avverarsi il vecchio detto di Pietro Nenni: "a fare a gara a fare i puri troverai sempre uno più puro... che ti epura".






Il governatore ligure poi parla della manifestazione prevista dal centrodestra per il 2 giugno: "Escluderei motivi di lavoro o particolare urgenza e in quella manifestazione non ho congiunti. Lo spostamento tra Regioni è ancora vietato: non vedo mia moglie da due mesi, figuriamoci se vado Roma. Ci sarà una delegazione romana di Cambiamo!, con le mascherine e rispettando il distanziamento sociale. Questo governo, anche nei momenti peggiori della crisi, ha cercato di andare per conto proprio solo con un'interlocuzione formale con le opposizioni- sottolinea il governatore- le liberta' democratiche e i diritti costituzionali di questo Paese sono stati sospesi a sufficienza. Se l'opposizione vuole manifestare, protestare e dimostrare le proprie idee, lo puo' fare liberamente. Mi pare che anche l'ultimo decreto legge consente la liberta' di manifestazione". Anzi, conclude, "sarebbe anche l'ora di stabilirne molte altre, dal diritto allo studio al diritto alla mobilità, al diritto di voto"