cronaca

Gli operatori devono fornirli ai clienti che vogliano toccare i capi d'abbigliamento
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Con la ripresa della cosiddetta fase 2bis o fase 3, come si preferisce chiamarla, a tornare in piazza ci sono anche i mercati all’aperto che vendono abbigliamento, accessori per la casa o per la cura della persona. Un ritorno alla normalità progressivo, che parte dalla capacità di abituarsi ed adattarsi a nuove regole, sia per quanto riguarda gli operatori che per i cittadini. Tra queste, l’obbligo della mascherina per entrambi, gel a portata di mano per lavaggio frequente delle mani, distanziamento segnato sull’asfalto e obbligo per l’operatore di fornire guanti monouso ai clienti.

“Un dispiegamento di forze della Polizia Locale notevole perché ovviamente c’è da far rispettare bene le distanze e farle comprendere sia dagli ambulanti che dalla clientela, devono essere conosciute e condivide; è fondamentale proprio in questo momento la condivisione per ripartire nel miglior modo possibile”, spiega ai microfoni di Primocanale l’assessore al Commercio del Comune di Genova Paola Bordilli. Alle parole dell’assessore di Palazzo Tursi fanno eco quelle di Pino Santoro, proprietario di un banco di abbigliamento che oggi (martedì 19 maggio per chi legge ndr) ha ripreso la propria attività nel quartiere di Voltri: “Dobbiamo cercare di consigliare ai clienti che arrivano di seguire per bene tutte le distanze, noi consegniamo loro i guanti monouso in modo che possano toccare la merce”.

Perché sì, da quando si convive con il Covid-19, e da quando i mercati sono ripartiti, è obbligatorio per i cittadini indossare i guanti per, giustamente, sentire la consistenza degli indumenti. E come ci ricorda Pino: “Se ci capita di riprendere la clientela lo facciamo solo per la sicurezza di tutti noi, non vogliamo che nessuno si offenda”. E dopo oltre 70 giorni di lockdown, la ripartenza dei mercati all’aperto è stata accolta con entusiasmo sia da parte degli ambulanti che dei cittadini. “Siamo molto contenti di essere qui oggi, ci voleva proprio dopo questi due mesi di pandemia, e lo sono anche i cittadini che ritrovano la propria quotidianità, ci aspettavamo”, ci dice sorridendo Pino.

Quello appena trascorso è stato un periodo complicato e drammatico dal punto di vista economico: “Personalmente ho ricevuto solo i 600 euro di marzo perché ho la partita iva, aprile e maggio ancora non si vedono e per noi sono veramente ossigeno”, prosegue Santoro. In questi giorni intanto, verranno consegnati gli opuscoli con le regole da seguire a tutti i negozianti della città. E da un primissimo bilancio, dopo le riaperture di lunedì, bene parrucchieri e centri estetici, mentre per bar e ristoranti ci vorrà un po’ più di tempo. “Credo che ci sia una ripresa di una quotidianità che necessita di diversi step, per esempio nei bar cittadini manca una parte di clientela composta da tutti coloro che in questo momento lavorano in smart working e che quindi lavorano da casa”, commenta la ripartenza l’assessore al Commercio Paola Bordilli.