Da tempo l'Italia è sotto osservazione delle istituzioni sovranazionali europee, a livello politico. Questa viglianza sembra riproporsi adesso anche nel calcio, visto che ai vertici della Uefa - secondo indiscrezioni da Nyon rilanciate da Sky - crescono la preoccupazione, per non dire lo scetticismo, sulla reale ripresa del campionato italiano. Tutto questo alla luce dei nuovi rigorosi parametri fissati dal Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile, per consentire il riavvio degli allenamenti di squadra: canoni molto più restrittivi di quelli definiti negli altri Paesi europei dai governi, d'accordo con le federazioni nazionali.A Nyon si teme che le regole definite dal CTS rendano di fatto impossiibile far ripartire e quindi portare a termine il campionato italiano, mettendo così a rischio l'iscrizione alla prossima edizione di Champions League ed Europa League conseguentemente anche la partecipazione di Juventus, Atalanta, Napoli, Inter e Roma alle coppe europee. In ogni caso, l'importanza "politica" del calcio italiano (quella agonistica è ormai un ricordo, l'iultima Champions italiana è del 2010 con un'Inter quasi tutta straniera, mentre per l'Europa League bisogna tornare addirittura alla vittoria del Parma nel 1999 quando ancora si chiamava Uefa) sembra indurre la Uefa a una certa elasticità negoziale. Ma entro il 25 maggio a Nyon vogliono certezze su che cosa governo di Roma, Figc e Lega intendano fare della Serie A: se farla ripartire oppure, come sembra dal provvedimento che accentra sul TAR del Lazio eventuali ricorsi, chiuderla qui e redigere le classifiche in base alle gare disputate.
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