 "Quando uno non cerca mai niente è libero. Il che non significa essere insensibili, ma avere il dono della serenità. Anche questo momento ci si sente e si sa nelle mani del Signore, quindi siamo in buone mani". Monsignor Angelo Bagnasco risponde così a chi gli chiede se sia malinconico al lasciare l'incarico di arcivescovo di Genova, nel giorno della nomina di padre Marco Tasca a suo successore.
                    
                    "Quando uno non cerca mai niente è libero. Il che non significa essere insensibili, ma avere il dono della serenità. Anche questo momento ci si sente e si sa nelle mani del Signore, quindi siamo in buone mani". Monsignor Angelo Bagnasco risponde così a chi gli chiede se sia malinconico al lasciare l'incarico di arcivescovo di Genova, nel giorno della nomina di padre Marco Tasca a suo successore. Bagnasco, che sarà alla guida dei vescovi europei fino a fine 2021, ha spiegato che resterà a vivere nella sua città, Genova. "Andrò alla casa del clero con un gruppo di sacerdoti e continuerò l'ultima rampa della vita perché esiste un'ultima rampa". Quanto all'aver più tempo in futuro non sarà una preoccupazione, ha spiegato: "Ci si può dedicare maggiormente alla preghiera, alla meditazione, alla lettura, al tentare nuove sintesi perché anche nelle tappe conclusive della vita terrena la storia corre" e gli stimoli "sollecitano l'attività interiore, l'anima, lo spirito e la ragione verso nuove sintesi. E poi sarò a disposizione secondo i servizi che ogni sacerdote è chiamato a fare".
La rivoluzione francescana a Genova, un frate al posto del cardinale Bagnasco - CLICCA QUI
Sui tempi previsti per l'arrivo di Tasca a Genova, Bagnasco ha ricordato che "a norma del diritto canonico qualunque nuovo vescovo eletto deve entro 3 mesi fare canonico possesso". "Fino a quel momento avrò il compito di amministratore diocesano", ha aggiunto. Sarà più complicato per un non genovese diventare arcivescovo? "Chiunque viene a Genova e non è di Genova viene a imparare e conoscere non è solo questione di intelligenza ma di cuore", ha risposto Bagnasco ricordando di aver a sua volta avuto incarichi fuori città nel corso della propria vita pastorale."Ci siamo sentiti. E' naturalmente un po' in trepidazione. Come quando io dovevo venire a Genova o in altri compiti. E' naturale fa parte della vita, ma è un'occasione per affidarsi ancora di più alla provvidenza".
Chiesa di Genova, arriva padre Marco Tasca, ecco chi è il vescovo coi sandali - CLICCA QUI
Per la diocesi genovese Bagnasco è poi apparso ottimista rispetto al problema della crisi delle vocazioni. "Continuerà l'impegno dei nostri sacerdoti, sicuramente continueremo ad avere quella goccia per goccia che fa sì che non si esaurisca mail il filone sacerdotale. In questi anni ho celebrato 133 funerali di sacerdoti e ho ordinato 25 nuovi sacerdoti, sembra una grandissima sproporzione, ma dei parroci venuti a mancare i sacerdoti che erano ancora in attività erano 24 e allora è stato possibile bilanciare, provvedere. E' un altro segno della divina provvidenza". Tra i ricordi più importanti del proprio periodo alla guida dell'arcivescovado, Bagnasco ha sottolineato "la visita del papa Benedetto all'inizio del mio ministero a Genova e poi la visita di papa Francesco. Sono stati momenti che hanno fatto storia nella nostra diocesi e quindi me li porto dietro in modo particolare".
 16° C
16° C LIVE
                                LIVE 
                             
						 
                    
                
IL COMMENTO
- 
				
					
												
						Maurizio Rossi*
					 
						Mercoledì 29 Ottobre 2025
						
							 
 
- 
				
					
												
						Luigi Leone
					 
						Lunedì 27 Ottobre 2025
						
							 
 
leggi tutti i commentiLa Stampa in vendita: se il Nord Est si compra il Nord Ovest……e gli aeroporti
I conti Amt, le attese dei genovesi e la capacità di ascolto di Salis