Sono un semplice maturando, uno dei tanti che in questo momento vorrebbe soltanto maggiore chiarezza alla ministra Azzolina. A ormai meno di 50 giorni da un appuntamento così importante, non è pensabile che siano ancora molti i dubbi a riguardo per il mondo scolastico.
Sono un semplice maturando e, come tale, molte volte mi sono stati fatti discorsi sul non ridursi all'ultimo a studiare intere paginate per prepararsi degnamente ad una qualunque prova da sostenere. In questo momento però mi sembra che la prima a ridursi all'ultimo sia proprio la nostra ministra, quella che dovrebbe fornirci le indicazioni necessarie. Non è sufficiente infatti a mio parere comunicare cambiamenti all'esame di stato, peraltro parziali, nel corso di una diretta Facebook. Dalla ministra dell'istruzione infatti ci si dovrebbe aspettare abilità sul piano comunicativo ed efficienza su quello pratico, ciò che finora purtroppo non ha dimostrato. Quest'oggi, alla Camera, dovrebbe intervenire in merito all'ordinanza relativa agli esami di stato e molti sono ancora i dubbi da fugare.
L'invertimento crediti fra quelli del triennio e quelli del colloquio penso sia una scelta importante. Tuttavia non capisco il motivo per il quale l'ultimo anno, svolto a lungo in didattica a distanza, debba valere di più rispetto ai precedenti due. Se si deve valorizzare a pieno il percorso degli studenti si dovrebbe ragionare maggiormente su quello fatto a scuola e non pesare così tanto il periodo online. Questo anche per non creare problemi al personale docente, costretto ad assegnare valutazioni finali secondo griglie poco chiare, alquanto fantasiose e forse anche poco credibili. L'assegnazione dei punti di bonus agli studenti più meritevoli nel frattempo rimane un bell'interrogativo, come del resto anche la struttura del colloquio. Partire da un argomento a scelta può favorire gli studenti ma anche metterli in difficoltà qualora i professori decidessero di proseguire non con collegamenti dello studente ma con domande su argomenti difficilmente collegabili fra loro.
Un'ultima grande incognita rimane quello legato al tema della salute. Nonostante sia sicuramente un'esperienza importante che merita quindi di essere affrontata e superata da noi studenti, svolgere l'esame in presenza credo rappresenti un serio problema. Comprendo a tal proposito tutti i dubbi dei presidi e del personale docente, i quali non si sentono sufficientemente salvaguardati. Sanificare le aule non è infatti così semplice come la ministra vorrebbe farci credere. Interrogare cinque studenti al giorno vorrebbe dire provvedere alla sanificazione degli spazi adibiti per ben sei volte, un'ipotesi abbastanza complicata da portare a termine. In caso di necessità, poi, di scrivere qualcosa per rispondere alle domande della commissione non si potranno usare né fogli né la lavagna.
Sono un semplice maturando ma dalle prossime dichiarazioni mi aspetto più chiarezza e soprattutto responsabilità perché in gioco c'è il nostro futuro e la maturità rappresenta il primo piccolo grande traguardo da superare, oltre ad essere la conclusione della nostra carriera scolastica.
*Andrea Silvestri al quinto anno del Liceo Cassini di Genova
cronaca
Coronavirus, la lettera di uno studente: "Sos maturità, ancora troppi dubbi"
"Non ci si può ridurre all'ultimo per dare indicazioni chiare e precise"
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