Le elezioni regionali inizialmente previste per la finestra elettorale di primavera slittano, ma non potranno tenersi in estate, come inizialmente previsto da alcuni governatori uscenti tra cui Toti, Zaia e De Luca.. Il consiglio dei ministri ha infatti corretto la bozza del decreto che inizialmente prevedeva una finestra temporale che arrivava al massimo all'8 novembre, prevedendo che le consultazioni in Liguria, Toscana, Puglia, Marche, Campania e Veneto si tengano tra il 6 settembre e il 30 novembre. I relativi consigli regionali sono prorogati fino al 31 agosto.
Secondo alcuni rumors di piazza De Ferrari, in Liguria si valuta la chiamata alle urne in un periodo tra il 6 e il 20 settembre. il governatore uscente Giovanni Toti con la sua lista ‘Cambiamo’ si ricandida per un secondo mandato consecutivo. Il centrosinistra intanto ha prenotato l'alleanza col M5s ma ancora si deve trovare la quadra sul nome comune per sfidare il governatore uscente. Le trattative tra le forze politiche, in particolare quelle appena avviate a inizio marzo per la sperimentazione di alleanze tra M5s e Pd in alcune città e Regioni, come la Puglia, la Liguria e la Campania, hanno subito una frenata nelle ultime settimane a causa dell'emergenza coronavirus e dell'incertezza sulla data della consultazione elettorale, visto che gia' ai primi di marzo era stato annunciato un rinvio.
Lo slittamento della prossima tornata elettorale amministrativa, deciso dal Consiglio dei ministri, coinvolge quindi sei regioni (Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto) oltre alla Regione a Statuto speciale della Valle d'Aosta e 1.137 comuni, di cui 567 appartenenti a regioni a statuto ordinario e 570 a regioni a statuto speciale. Tra questi, vanno al voto 18 capoluoghi di Provincia (Agrigento, Andria, Aosta, Arezzo, Bolzano, Chieti, Crotone, Enna, Fermo, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Reggio Calabria, Trani, Trento e Venezia), di cui tre sono anche capoluogo di regione (Aosta, Trento e Venezia).
Nelle sfide regionali, in Veneto il governatore Luca Zaia (Lega) si ricandida per il terzo mandato consecutivo con pronostici favorevoli anche in rapporto alla gestione dell'emergenza corionavirus. Il Pd si affida al vice sindaco di Padova, Arturo Lorenzoni come sfidante di Zaia, mentre il M5s attraverso la piattaforma Rousseau ha scelto di essere rappresentato dal senatore Enrico Cappelletti. Nelle Marche invece il governatore uscente Luca Ceriscioli (Pd) non si ricandida e i del puntano sul nome di Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia, che però non ha trovato finora i favori di Italia Viva. Mentre i Cinquestelle sulla piattaforma Rousseau hanno votato per il candidato Gian Mario Mercorelli. E Fratelli d'Italia ha lanciato Francesco Acquaroli di Macerata.
In Puglia il governatore Michele Emiliano nei giorni scorsi si è detto preoccupato per gli effetti dell'emergenza sul turismo estivo nella Regione, ma anche per una possibile seconda ondata dell'epidemia che potrebbe mettere a rischio le consultazioni amministrative in autunno. Al momento il M5s ha una sua candidatura alla successione di Emiliano, la consigliera regionale uscente Antonella Laricchia. Ma trattative sarebbero in corso per un apparentamento con la coalizione di centrosinistra. Nel centrodestra pugliese, è confermata la scelta di Raffaele Fitto a candidato alla successione di Emiliano. L'ex governatore di Forza Italia ha ricevuto l'appoggio di Fratelli d'Italia ma non della Lega. Il partito di Matteo Salvini punta sull'eurodeputato Massimiliano Casanova, patron del Papeete.
Anche in Campania le trattative tra Pd e M5s non sono ancora definite. L'attuale presidente Vincenzo De Luca non ha accettato l'invito dei vertici del Pd a "fare un passo di lato" per fare spazio alla candidatura del ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Inoltre De Luca non incontra il favore del movimento delle Sardine campane. Nel centrodestra in Campania si punta sull'ex governatore Stefano Caldoro ma senza la Lega, che preferisco il rettore dell'università di Salerno, Aurelio Tommasetti.
MA TOTI, ZAIA, DE LUCA ED EMILIANO NON CI STANNO - "Nel Consiglio dei Ministri, a quanto si apprende, è stato approvato un provvedimento che prevede lo slittamento del voto tra settembre e novembre e cancella la finestra di luglio, sulla quale erano state consultate, con esito positivo, molte delle Regioni che andranno al voto. Spiace che il Governo abbia approvato un diverso Decreto senza alcun ulteriore confronto. Ovviamente aspetteremo di leggere il testo per esprimere un compiuto giudizio che vada oltre il metodo.
Ribadiamo la necessità di garantire agli elettori l’inalienabile diritto a esprimersi nei tempi più rapidi possibili, compatibilmente con l’andamento della epidemia. Pertanto, ritenendo, per quanto è possibile prevedere oggi, che l’estate sia la stagione più sicura dal punto di vista epidemiologico, ribadiamo ulteriormente la necessità di allargare la finestra di voto, come da noi richiesto, al mese di luglio. In ogni caso è comune intendimento delle nostre Regioni convocare i cittadini al voto nella prima data utile consentita dal provvedimento del Governo", si legge in un post sulla pagina Facebook del governatore ligure con le firme: Vincenzo De Luca, Michele Emiliano, Giovanni Toti e Luca Zaia.
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Elezioni, il governo non ascolta le Regioni e sceglie il rinvio in autunno
Per la Liguria ipotesi voto tra il 6 e il 20 settembre
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