cronaca

Coldiretti: "Fare la spesa scusa più usata per uscire da casa"
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Controlli ai caselli autostradali, sul litorale e nell'entroterra, anche con l'elicottero: è l'attività dei carabinieri di Savona per contrastare chi cerca di raggiungere le seconde case in riviera ignorando i divieti imposti dalle norme per il contenimento del Covid-19.


Tra venerdì e domenica mattina sono state sanzionate oltre 110 persone che non hanno saputo dare giustificazione della loro presenza in giro nelle varie località. In spiaggia, nelle strade, sul litorale, lungo sentieri collinari, con i cani o con bambini ben lontani dalle loro abitazioni. Nonostante le raccomandazioni dell'Autorità, si riscontra un aumento della mobilità urbana, troppe persone erano in giro senza un giustificato motivo o con motivazioni risibili. I militari di Albenga hanno sorpreso, con l'aiuto dell'elicottero, gente in spiaggia e assembramenti sul litorale. Al casello autostradale ieri sera sono state fermate circa 20 auto, solo 3 sono risultate non in regola. Trentatre nell'albenganese le persone sanzionate.


SPESA USATA COME SCUSA PER USCIRE - Andare a fare la spesa prima voce tra le giustificazioni per uscire da casa. A rilevarlo è un'indagine Coldiretti/Ixé sui comportamenti degli italiani in tempo di Covid-19. L'organizzazione agricola segnala che è "più di un italiano su dieci (11%) a non rispettare le regole". Coldiretti sottolinea inoltre che, "nonostante l'emergenza coronavirus e gli inviti a restare a casa, quasi 1 italiano su 3 (30%) non resiste nemmeno 72 ore prima di dover uscire per fare la spesa in negozi, supermercati e alimentari". Il risultato è che nel 38% delle case degli italiani sono state accaparrate - viene spiegato - scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore di non trovali più disponibili sugli scaffali.

Nelle dispense - sostiene Coldiretti - sono stati accumulati soprattutto nell'ordine, pasta, riso e cereali (26%), poi latte, formaggi, frutta e verdura (17%), quindi prodotti in scatola (15%), carne e pesce (14%), salumi e insaccati (7%) e vino e birra (5%). "Un comportamento pericoloso per la salute, per l'attesa nelle lunghe file, ma che favorisce - conclude l'organizzazione agricola - le speculazioni dal campo alla tavola e anche gli sprechi di cibo in un momento delicato per le forniture alimentari del Paese. Inoltre "mette sotto pressione il lavoro di oltre tre milioni di italiani ai quali è stato richiesto di continuare ad operare nella filiera alimentare".