cronaca

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Guardo la città dal terrazzo e in una delle più trafficate vie di Genova, (trafficata s’intende fino al decreto Covid) passano con una corsetta due maratoneti della domenica. Arrancano sulla salita perché non sono ragazzine, o studenti diciottenni, ma signore e signori di mezza età e qualcosa di più. Non ho mai visto su per questa trafficata salita del centro un arranco del genere.


Tv, radio e giornali descrivono una parte dell’Italia che esce quando si deve (non dovrebbe, ma deve) stare in casa. La metro di Milano è zeppa e non solo nelle ore canoniche del lavoro. I parchi di Roma densi di trentenni che giocano a pallone. I supermercati mettono in coda centinaia di anziani colti dall’ansia della carestia che fanno la spesa anche più volte al giorno.

La sera ascolto il bollettino di guerra. L’assessore alla Sanità della Regione Liguria, Sonia Viale, spiega che è stato messo a disposizione dei liguri un numero verde per informazioni dedicate al coronavirus e dintorni. Un utile servizio che si aggiunge agli altri numeri dell’emergenza. Racconta l’assessore che arrivano centinaia di chiamate. Preoccupazioni, in genere. Richieste opportune.

Ma, udite udite, c’è anche chi ha chiamato il numero verde del coronavirus per chiedere se funziona un servizio di parrucchieri a domicilio.

1947, Parigi. Il generale De Gaulle, esasperato dalle cavolate dei partitelli della Quarta Repubblica sta per lasciare il governo della Francia e ritirarsi nell’esilio di Colombey-les deux Eglises. Fuori dall’Eliseo lo attende una folla di sostenitori. Il generale esce e dalla folla parte una proposta. “Bisogna eliminare gli imbecilli!”. La risposta lapidaria di De Gaulle (leggenda o verità?) è una lezione. “Vaste programme!”. Immenso programma!

Eliminare gli imbecilli? Vaste programme, appunto.