 Ci sono le leggi e le normative che vietano a un terminalista di avere due banchine che trattano lo stesso prodotto. Ma ci sono imprenditori che cercano tutte le scorciatoie per modificare  le regole per trarne vantaggi personali. I porti non sono dei terminalisti, sono di tutti noi. Il dovere della politica e delle Autorità di Sistema, insieme agli enti locali come Comune e Regione, devono rispondere ai cittadini di come gestiscono un bene pubblico come le concessioni portuali.
                    
                    Ci sono le leggi e le normative che vietano a un terminalista di avere due banchine che trattano lo stesso prodotto. Ma ci sono imprenditori che cercano tutte le scorciatoie per modificare  le regole per trarne vantaggi personali. I porti non sono dei terminalisti, sono di tutti noi. Il dovere della politica e delle Autorità di Sistema, insieme agli enti locali come Comune e Regione, devono rispondere ai cittadini di come gestiscono un bene pubblico come le concessioni portuali.
E dovrebbero tutti insieme lottare e combattere per ottimizzare le banchine perché diano più lavoro e più benefici alle città che subiscono i disagi dei porti ma che vogliono almeno avere benefici economici. La fusione che Sech vuole con insistenza con il porto di Pra' al punto da voler cambiare le regole del gioco, non crea alcun beneficio alla città, risolve solo un buco economico del Sech, banchina di straordinaria importanza strategica per il nostro porto, nella quale potrebbe trovare spazio un terminal crociere che sarebbe un enorme beneficio economico per tutti noi genovesi.
Invece abbiamo un terminal vuoto, con gru vecchie, senza investimenti, senza traffici, che potrebbe spostare quel poco che ha a Psa: il terminal di Singapore, peraltro, è già socio di minoranza e vuole tenersi questo terminal del tutto inutile per la visione globale del porto e della nostra città. Tutte queste piattaforme di contenitori alle quali ora si aggiunge quella di Vado, hanno creato un eccesso di offerta che porta a una guerra dei prezzi tra terminalisti, non aumenta i traffici ma sposta da un terminal a un altro gli stessi clienti che trovano magari oggi più conveniente Vado rispetto al Sech. Non a caso sembra che il Sech sia la prima vittima di Vado per una nave che già si è spostata nel terminal iperautomatizzato gestito da Paolo Cornetto.
Smettiamola con il gioco delle tre tavolette, la politica non si faccia condizionare dai ricchi terminalisti grandi lobbisti, ma pensi alla strategicità dei porti, comprenda i riflessi dei porti sull’economia che li circonda, che non viene migliorata dai traffici container che pur devono avere i loro spazi.
Genova vuole la banchina del Sech per le crociere. Vuole più traffico passeggeri. Vuole che questo spazio diventi economia pura per la città senza dover fare grandi progetti di nuove banchine (come quella ipotizzata per Costa) in altri punti molto costosi e di difficile realizzazione. Vediamo oggi come andrà questo incontro romano con la ministro Pd De Micheli e se prevarranno interessi privati agli interessi di Genova e dei suoi cittadini.
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