La terza puntata di “Terza, le storie di Genova” (Primocanale mercoledi ore 18.15, 19.30, 20.45, 22.30) racconta ebrei, fascisti e partigiani con la testimonianza di Piero Dello Strologo, presidente del Centro Culturale Primo Levi. Dal giorno in cui la vita per gli ebrei divenne un inferno anche a Genova. Il 5 settembre 1938 quando i bambini ebrei trovarono chiuse le porte delle loro classi. “Vivemmo cinque anni come chiusi in una bolla” ricorda Dello Strologo.
Finché dopo l’8 settembre venne il terribile giorno della retata: le SS si presentarono alla sinagoga di Genova in via Bertora portarono via il custode con tutta la sua famiglia e sequestrarono i registri della comunità.
“La cosa strana è che gli ebrei restarono un mese chiusi a Marassi, poi furono trasferiti a San Vittore e da qui, dal terribile binario 21 portati a morire nei campi di concentramento in Germania”. Furono portate via quasi 300 persone e dai lager tornarono in 12.
“La curiosità – racconta Stefano Trucco bibliotecario e scrittore – è che la popolazione mise in conto a tedeschi e fascisti i tremendi bombardamenti alleati.”.
Cominciarono anche gli scioperi nelle fabbriche e le retate tra gli operai, mentre iniziava una forte attività partigiana all’interno della città grazie ai Gap i gruppi di azione partigiana che erano piccole cellule isolate (due o tre partigiani al massimo) e addirittura sconosciute fra di loro, che compivano azioni veloci e micidiali. Come quando Giacomo Buranello e i suoi uccisero in un agguanto in via XX Settembre due SS. Il giorno seguente ci fu la rappresaglia tedesca con otto prigionieri trucidati al forte di San Martino.
“Nonostante questa atmosfera – continua Trucco – Genova mantenne una sua parvenza di normalità. Il campionato di calcio andò avanti e così i cinema restarono aperti. “
La maggior parte dei filmati che vedrete durante la puntata sono dell’archivio della Fondazione Ansaldo.
Potete rivedere tutte le puntate di “Terza” sul sito www.primocanale.it
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