sport

La doppia vittoria al Ferraris e ad Anfield Road contro il Liverpool
2 minuti e 55 secondi di lettura
Enrico Preziosi a chi lo contesta sbatte in faccia i tredici anni consecutivi del Genoa in serie A, ma al di là di come finirà questa stagione, di sicuro il presidente rossoblu’ che è salito piu’ in alto nel dopo guerra è Aldo Spinelli. Per i suoi 80 anni un dolce ricordo la doppia vittoria al Ferraris e ad Anfield Road contro il Liverpool in Coppa Uefa, (Genoa prima squadra a violare il tempio dei Reds) che portarono alla semifinale, poi persa con l’Ajax, quello squadrone con Bagnoli allenatore e con giocatori di caratura internazionale come Branco, Skuhravy, Eranio, Aguilera e non solo.

Una favola per il popolo rossoblù
rilanciato da una scelta coraggiosa di Spinelli fatta qualche anno prima con Franco Scoglio, il professore di Lipari che ottenne la promozione nella massima categoria dove il Genoa mancava da troppi anni. Imprenditore e anche dirigente lungimirante che faceva sognare un sodalizio che se la doveva vedere pure con una Sampdoria di Mantovani ad altissimo livello. Invece quelli sono stati gli anni migliori del popolare 'sciù Aldo' che rilevò il Grifone in serie B da Renzo Fossati, ormai allo stremo dopo una lunga contestazione dei tifosi, il 7 maggio del 1985.

Rimase in sella al club più antico d’Italia fino al 1997 pure lui all’angolo davanti alle dure prese di posizione nei suoi confronti della Gradinata Nord. Per 13 stagioni Spinelli guidò la società, di cui 6 anni in Serie A. A ritroso un film fatto di sorrisi di soddisfazioni, ma anche di amarezze per errori fatti anche dallo stesso Spinelli con una retrocessione evitabile ma che divenne drammatica dopo lo spareggio a Firenze contro il Padova. Un colpo alla sua popolarità e alla sua credibilità. Troppe cessioni fatte qualche stagioni prima, Eranio al Milan, Aguilera al Toro si dice per accontentare Craxi sostenitore granata. E pure con quella non andata in porto di Skuhravy al Marsiglia dell’allora potente Bernard Tapie. Senza quelle decine di miliardi che non entrarono nelle casse genoane Spinelli si perse per strada.

Era ancora un calcio senza proventi televisivi,
i margini di errore erano ridotti rispetto a oggi. Dobrovolski e altri giocatori furono dei flop o quasi e iniziò un lento declino con allenatori spesso esonerati dopo poche giornate o giù di lì come Giorgi e Maifredi. Arrivo’ pure Miura, colpo mediatico sulla frontiera d’Oriente che pero’ non porto’ nulla a livello tecnico. Arrivo’ anche la tragedia di Spagnolo ucciso da un ultrà milanista prima del match con i rossoneri a Marassi. Pagina nera del calcio italiano e ferita ancora aperta nel mondo del Genoa che in quell’anno andò giù.

Spinelli provò a tornare subito in A ma la scelta di Radice in panchina fu sbagliata totalmente e l’arrivo’ di Salvemini evitò persino la serie C. Esplose Montella, unica consolazione, ma il suo passaggio ai cugini via Empoli fu una botta che mise in difficoltà il presidente. Spinelli passò la mano a Gianni Scerni. Lasciò in lacrime il Genoa e le tragedie sportive che proseguirono con Dalla Costa fecero rimpiangere la sua uscita di scena. Spinelli entrò nell’Alessandria e successivamente il Livorno, di cui dice non riesce a liberarsi. Il Genoa? Mai più assicura lui con gli occhi che ridono forse per un grande amore che tra alti e bassi rimane tale.