“Pubblica utilità? Ma che pubblica utilità, mi faccia il piacere. Si tratta di imprese che fanno profitti e non danno nulla al quartiere, non distribuiscono ricchezza sul territorio, quindi a parte i miasmi non abbiamo nulla, alla faccia della pubblica utilità. In tanti anni Iplom non ha mai pensato a curare i rapporti di buon vicinato, non ha mai, per esempio, donato una aiuola al quartiere, o pensato di regalare una bici ai bimbi” tuona Piero Costantino, del Comitato di Fegino, a Genova. Si accalora, Piero insieme all’amico Stefano Rivolta, quando gli diciamo che, nell’atto di pubblicazione di Iplom, in data 7 dicembre, dei documenti sullo spostamento dei tubi di Iplom dal rio Fegino, si parla di “pubblica utilità”. Riassumiamo: al Ministero dello sviluppo economico è in corso la procedura di autorizzazione a variare il tracciato degli oleodotti di Iolom a Fegino, per poter mettere in sicurezza il corso d’acqua. Autorizzazione che comprende la “dichiarazione di pubblica utilità delle opere e sostituisce autorizzazioni, concessioni e atti di assenso comunque denominati, in base alle norme vigenti”.
Ovviamente i residenti non digeriscono di buon occhio il nuovo tracciato che passerà anche in parte in via Borzoli “e comunque sotto le case di molti, nei terreni peraltro di natura franosi è intriso di acqua come nella zona di Lago Figoi” ricordano. Fintiti i venti giorni di pubblicazione degli atti sullo spostamento, in Comune, ci saranno trenta giorni per inviare osservazioni al Ministero dello Sviluppo economico, e c’è da scommettere che qualcuno, qualcosa da dire, lo avrà.
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