cronaca

Ilaria Caprioglio parla della situazione nella provincia
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"Noi sindaci continuiamo a combattere ogni giorno contro il nemico che a volte si chiama procedura burocratica, a volte pre-dissesto, a volte blocco delle assunzioni, a volte fango. Combattiamo ma non vogliamo più essere voci inascoltate dei territori".

Duro sfogo del sindaco di Savona, Ilaria Caprioglio, al termine di tre giorni difficili in cui il territorio savonese è stato colpito da frane e alluvioni che hanno mandato completamente in tilt la viabilità, con la chiusura della A6 (dove è crollato un viadotto) e di tutte le strade provinciali. "Siamo tagliati fuori - è il giro d'allarme - e dopo aver messo in sicurezza le persone isolate dalla frane ora dobbiamo occuparci dei danni che questa ennesima ondata di maltempo creerà alla nostra economia. Ho ribadito al ministro De Micheli che i sindaci non devono essere lasciati soli quando, dopo qualche giorno o settimana, si spengono i riflettori. Noi restiamo con il peso delle nostre responsabilità e i limiti delle risorse che abbiamo o che possiamo spendere".

"Già dopo il crollo del ponte Morandi - racconta il sindaco di Savona - ci avevano chiesto il report della situazione delle nostre strade, l'avevamo consegnato consapevoli che gli aiuti concreti per affrontarle e risolverle non ci sarebbero poi arrivati. E continuiamo a combattere con la scarsità di risorse economiche e umane: non abbiamo le persone per progettare, non abbiamo gli uomini da mettere a presidiare il territorio nell'emergenza, non abbiamo neppure il numero di transenne sufficienti per bloccare una strada ostruita da una frana". "Ci parlano di piani straordinari, ma intanto noi - aggiunge - siamo qui a gestire con affanno anche l'ordinario insieme ai nostri tecnici, ai nostri dirigenti, ai nostri agenti tutti a rimboccarsi le maniche e a inventare soluzioni dettate dalla disperazione e dalla necessità di fornire soluzioni che i cittadini, talvolta giustamente adirati talvolta comprensivi ci chiedono".

"Siamo l'anello di congiunzione fra i Cittadini e la politica troppo distratta, che ha perso - sottolinea - il dono dell'ascolto. Vivo quotidianamente la frustrazione di non potere dare le risposte, offrire le soluzioni che vorrei ai miei concittadini". "L'attore Gabriele Lavia - conclude - mi ha domandato come poteva raggiungere Torino. Dal palco mi ha chiesto: 'E tu sindaco cosa fai?' Gli ho risposto 'Io Combatto!' Lui mi ha detto: 'Più forte, cosa fai?' e io ho urlato, stravolta da notti insonni e giorni fra acqua, fango e anche tanta paura. Perché noi sindaci abbiamo costantemente paura per l'incolumità dei nostri cittadini".