politica

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Le Sardine si moltiplicano come avviene, a volte, con i pani e i pesci. Non sono uno scherzo d’autunno, ma qualche cosa di molto serio. Non hanno bandiere, ma sono davvero di sinistra. Non insultano anche se hanno individuato con estrema precisione il loro avversario, che non è un nemico, ma, appunto, un avversario: Matteo Salvini. Come accade agli avversari politici è uno da battere. Democraticamente, con i voti e le preferenze. Il problema è che se vuoi battere qualcuno devi avere non solo i likes ma anche i programmi.


Nelle prossime settimane forse conosceremo il programma delle Sardine e finalmente potremo capire se faranno quello che è accaduto anni fa ai Cinquestelle: un partito o qualcosa del genere che abbia un simbolo e un giorno possa essere votato. Vorrei davvero essere anche io una Sardina, pesce osseo della famiglia delle Clupeidae, ma corro il rischio di finire come un luassu, in italiano spigola, sul dizionario, branzino, labrace pesce osseo delle acque salmastre, molto vorace.

I vecchi come me sono politicamente voraci. Quindi attente care sardine ai luassi. Voraci pesci salmastri. Che sono quei partiti semi scoppiati che nelle prossime ore cercheranno in tutte le maniere di colonizzarvi, farvi loro, nmagiarvi in un boccone. Perché care Sardine voi state facendo (se non fallirete) quello che avrebbero voluto fare loro, i luassi, cioè occupare gli spazi vuoti della politica italiana, i non votanti. I delusi che un tempo ebbero modo di trovare nel grillismo una speranza e sono stati delusi da quando i Cinquestelle si sono trasformati in partito e poi soprattutto in partito di governo. Con sottosegretari e ministri col bassotto in auto blu.

Non so se a Genova ci sia già un sardinismo avanzante
. Qualche piazza piena l’abbiamo vista anche qua. Per esempio con il movimento di Greta. Peccato che anche allora ci fossero gli infiltrati ultrasessantenni, i luassi, labraci voraci di acqua salmastra a caccia di un palcoscenico popolare e giovane. Attente Sardine di casa nostra. Che Genova è una città dove i luassi si moltiplicano senza bisogno di miracoli. E divorano politicamente parlando quello che trovano.