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Al termine della riunione sul 'tavolo delle regole' azzurre
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"Mi pare che ci siano le condizioni per cui ognuno vada per conto suo, è Forza Italia che esce da se stessa. Non si ha intenzione di cambiare alcunché, dunque credo che questa avventura, cominciata il 19 di giugno per provare a cambiare qualcosa, onestamente finisca qua. Buona fortuna a tutti". Così Giovanni Toti annuncia de facto l'imminente uscita da Forza Italia dopo la riunione del cosiddetto 'tavolo delle regole'. D'altronde l'ormai ex coordinatore nazionale lo aveva anticipato poco prima. "Se il buongiorno si vede dal mattino temo che in assoluto sia una delle piu' brutte giornate degli ultimi anni per Forza Italia", aveva detto a margine della Conferenza delle Regioni. 

"Siamo sull'orlo del tribunale del divorzio...'', ha affondato il colpo Giovanni Toti. Il governatore ligure, pronto a dimettersi da coordinatore nazionale, abbassa il finestrino dell'auto blu prima di correre a Genova spiegando che ormai la scissione è inevitabile, ma sui tempi del distacco resta vago, lasciando intendere che, per ora, preferisce restare dentro Fi per logorarla. Quando ci sarà lo strappo? ''Tra due, tre giorni, chissà...'', taglia corto un totiano della prima ora. Meglio continuare a fare la spina del fianco, che dire subito addio e basta, il ragionamento a caldo dell'ex consigliere politico del Cav. Toti dunque pensa di far più male all'interno, ma diventa sempre più forte il pressing dei suoi, che lo invitano a lasciare una volta per tutti Forza Italia per dar vita a un nuovo soggetto politico moderato, che copra a sinistra la Lega salviniana e si allei con Fdi di Giorgia Meloni.

"Credo che il Paese abbia bisogno di una forza moderata. Le persone che cercano questa casa hanno bisogno di risposte e Forza Italia ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di saperle dare con le stesse facce, le stesse persone, le stesse idee. Tutto ha il sapore della nostalgia". Un passaggio in cui Toti si riferisce alla proposta di Silvio Berlusconi targata 'Altra Italia' che il Cav aveva lanciato meno di 24 ore prima. "L'Altra Italia come progetto per il futuro a me sa tanto di passato, di auto d'epoca. Se ne è cominciato a parlare nel 2017, ma ora non riesco a capire di cosa stiamo ragionando", aveva commentato.

Tra i deputati 'azzurri' eletti in Liguria vince la voglia di non commentare per il momento la situazione. "Troppi nodi da sciogliere, troppi sassi sulla via per ora", commenta un parlamentare ligure di Forza Italia. La spezzina Manuela Gagliardi è è la prima a rompere il silenzio. "Siamo tutti delusi. Dopo che è stato chiesto il cambiamento per troppo tempo e nonostante l'apertura a cui auspicavamo, ci ritroviamo al punto di partenza. Questo è il segnale definitivo che il cambiamento non si vuole". Quindi Gagliardi che farà, lascerà Forza Italia? "Se la situazione rimane così, non ci sono alternative: seguirò Toti. Il progetto a cui credevo non ha avuto seguito. In queste ore ci sono state accelerazioni brusche e frenate repentine, ci prendiamo un momento per riflettere e facciamo il punto. Poi ognuno deciderà se prendere una strada diversa", ha concluso la deputata ligure.

Sandro Biasotti, coordinatore regionale in Liguria di Forza Italia e senatore, non si sbilancia.
"Peccato!! Ho tanto auspicato e lavorato affinché Forza Italia si rinnovasse e potesse risollevarsi anche con il contributo importante del mio amico Presidente Toti. Non so cosa sia successo anche perché mi sembra che il mio partito abbia iniziato un importante percorso di rinnovamento con primarie aperte. Sono profondamente dispiaciuto di questa rottura che spero sia solo momentanea e che nei prossimi giorni cerchero' di analizzare meglio", ha concluso Biasotti.

Il presidente Berlusconi ha deciso la nomina di un Coordinamento di presidenza, dopo aver preso atto che il 'tavolo delle regole' per il nuovo Statuto di Forza Italia ha terminato i suoi lavori senza esito. A superamento degli incarichi conferiti in data 19 giugno, il Coordinamento sarà costituito dalla senatrice Annamaria Bernini, dalla vicepresidente della Camera dei deputati onorevole Mara Carfagna, dagli onorevoli Mariastella Gelmini, Sestino Giacomoni e dal vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani.

IL CENTRODESTRA DI TOTI - ll momento per gettare le basi di una nuova realta' moderata di centrodestra sembra davvero arrivato. Una realtà che sostenga Matteo Salvini, che sia vicina, vicinissima, a Giorgia Meloni, ma che abbia una propria identità autonoma, liberale, moderata, centrista e riformista, in grado di riabbracciare i molti naufraghi della nave berlusconiana. E magari anche di scippargli qualche nostromo nella nuova rotta federalista. Toti le sue stelle aveva già iniziato a studiarle da tempo e con la convention del Brancaccio stava provando a mollare gli ormeggi. Per qualche settimana, ha ancora tenuto la bussola nel cassetto, sperando di poter restare sulla terra ferma e rivoluzionarla dall'interno. Ma il lumicino della speranza sembra essersi definitivamente spento. Si ripartirò con un tour per tutto il Paese, annunciato su Facebook e, a ruota, la possibile nascita di una serie di circoli in giro per l'Italia.

TRE PROPOSTE SUL TAVOLO 'AZZURRO' - "Sono state avanzate diverse proposte, e da coordinatore nazionale ne parlerò con il presidente Berlusconi. Il presidente mi ha chiesto di approfondire queste proposte e io le valuterò insieme a lui. È importante parlare di regole ma anche di contenuti. Il Paese è in stagnazione, siamo alla crescita zero. Dobbiamo preoccuparci di dare risposte a questo Paese, io credo che Forza Italia possa farlo ma non parlando di regole ma di contenuti", ha detto la coordinatrice Mara Carfagna lasciandolil tavolo delle regole del partito. "Il tavolo delle regole ha esaurito il suo compito. Sono state avanzate tre proposte, la mia, quella del presidente Toti, e una di Tajani Gelmini e Bernini. Dobbiamo trovare energie, aprire il partito e non far galleggiare questa classe dirigente", ha aggiunto. Le primarie e il congresso si faranno? "Questo lo vedremo. Lo decideremo nei prossimi giorni", ha concluso.

ROMANI: “RINNOVAMENTO POCO CHIARO” - L'esito della nuova rivoluzione avviata dal presidente Berlusconi il 19 giugno, dando l'incarico a due coordinatori, Mara Carfagna e Giovanni Toti, di riscrivere le regole interne per rilanciare Forza Italia, sembra quanto mai poco chiaro. Il tavolo delle regole che doveva condividere le proposte dei coordinatori sembra aver prodotto la soppressione dei coordinatori stessi e soprattutto del percorso di rinnovamento e di ristrutturazione". E' la severa analisi di Paolo Romani, senatore ed ex ministro di Forza Italia. "Al loro posto un Coordinamento di presidenza che nasce monco e dalle competenze quanto meno confuse, e che, privo di ogni forza innovativa, sembra avere l'unico scopo di organizzare una consultazione tutta interna dove gli unici ruoli contendibili sono puramente organizzativi. Spicca inoltre l'assenza di organismi di elaborazione e confronto sulla linea politica, a dimostrazione del fatto che sembra ci si sia dimenticati completamente di quale sia il ruolo fondamentale di un partito politico: la discussione e la rappresentanza delle istanze, delle sensibilità e delle idee".

SORTE: "AUTOGOL 'AZZURRO' SUL CAMBIAMENTO" - "Escludere chi ha chiesto rinnovamento e democrazia nel partito è un incredibile autogol. I migliori alleati dei grillini sono quei dirigenti di Forza Italia che hanno lavorato per sabotare un processo di cambiamento nel partito affossando l’ultimo estremo tentativo di rianimazione della nostra area politica. Stendiamo un velo pietoso anche sull’Altra Italia che pare più una rivocazione storica della Pro Loco Azzurra che un’operazione con basi politiche", dice Alessandro Sorte, deputato di Forza Italia.

NAPOLI A BERLUSCONI: "COSI SI CHIUDE" -
 "Caro presidente Berlusconi, le divisioni di Forza Italia sembrano una cosa davvero stucchevole nei confronti di un Paese smarrito e confuso, in ansiosa attesa di nuove idee e proposte per uscire dall'oceano di chiacchiere gialloverdi. La decisione di non inserire Giovanni Toti nel Coordinamento di presidenza e la decisione di Mara Carfagna di non entravi considerandolo un comitato di liquidazione sono comunque due fatti gravi di fronte ai quali per tutti noi, e per lei piu' di noi, si impone il dovere di riscoprire il coraggio e la temerarieta' dei tempi duri". Lo scrive in una nota Osvaldo Napoli, deputato del direttivo di Forza Italia alla Camera.