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Tutti scommettono sul flop delle primarie 'azzurre'
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"Auspico bene, penso non bene". Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, risponde così alla domanda su come andrà il 'tavolo delle regole' di Forza Italia convocato per giovedì prossimo. L'occasione è la festa della Lega di Golasecca, in provincia di Varese. "Ma il rinnovamento del centrodestra proseguirà comunque, con o senza Forza Italia. Sono qui a discutere di autonomia con quelli che sono i nostri alleati di governo in Liguria e spero presto anche altrove", prosegue il governatore ligure. 

Il rinnovamento del centrodestra prosegue quindi, ma zoppicando. Itormentoni 'primarie' e 'voto aperto a tutti o no' vanno in scena da un mese in casa Forza Italia, dopo la nomina del tandem Carfagna-Toti alla guida del partito, in nome di quella 'rivoluzione azzurra' più volte annunciata e mai attuata, almeno sul piano della democrazia interna. Ad Arcore circolano tre testi di riforma. Si tratta di bozze, più volte rimaneggiate ed emendate per le continue mediazioni: due firmate dai coordinatori nazionali e una dal capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini. Ovvero i tre big pronti a candidarsi per la futura leadership del movimento lanciato da Silvio Berlusconi nel '94.

In pochi scommettono che alla fine si arrivi a un documento finale, un pò per il fuoco amico dovuto alla perdurante guerra tra correnti (ala nordista filo-salviniana contro sudisti) e soprattutto per la 'storica' allergia del Cav alle consultazioni popolari preferite dalla sinistra. Carte alla mano, se la 'riforma forzista' immaginata da Carfagna e Gelmini ha vari punti di incontro, difficile sarà superare i 'paletti' imposti dai 'totiani'.

Il governatore ligure spinge per consultazioni aperte e l'azzeramento dell'intera classe dirigente e non intende rinunciarvi, se si vuole davvero imprimere un cambio di rotta. L'ex direttore del Tg4 vuole anche l'introduzione di Commissioni di garanzia, punta a nuove figure di coordinatore politico a tutti i livelli, da quello comunale a quello nazionale, e riconosce al Cav tre 'titoli' (fondatore, presidente a vita e garante politico del partito) con pochi poteri reali sulle strategie future e la scelta delle candidature elettorali, riservandogli il 10% dei parlamentari da indicare.

Per Carfagna non bisogna limitare il confronto interno alle regole e ai congressi, e invita tutti a concentrarsi sul rilancio 'azzurro' sul territorio puntando sui contenuti (Sud economia e imprese). Nello stesso tempo, però, la vicepresidente della Camera, ritiene che sia meglio collegare la scelta di votare alle primarie con l'adesione al partito.

Gelmini ha messo a punto un testo di stampo presidenzialista, dove il leader Berlusconi conserva pieni poteri, mentre le primarie servono a eleggere un coordinatore unico con funzioni prettamente organizzative a livello territoriale. Per evitare poi brogli e assicurare massima trasparenza, alle primarie di partito, secondo Gelmini, potranno partecipare solo coloro che risulteranno iscritti in un registro ad hoc, l'albo degli elettori.

Tirando le somme, le proposte di riforma Carfagna e Gelmini risultano compatibili, mentre a creare problemi resta solo Giovanni Toti, che non ci pensa proprio di fare un passo indietro sulle 'primarie aperte di partito'. Il presidente della Regione Liguria tira dritto per la sua strada e la prossima settimana, forse già nelle prossime ore, lancerà sui social i circoli territoriali della sua nuova Associazione 'Italia in crescita', primo passo di percorso politico, che porta dritto a una scissione da Forza Italia.

La coordinatrice del Trentino, Michaela Biancofiore, cita Celentano per dare la sveglia al suo partito (attaccando gli attuali coordinatori). "Per tornare a crescere nei sondaggi serve una Forza Italia più berlusconiana non meno, cioè più memore del suo dna originario: liberalnazionale effervescente passionale, in altre parole Rock. Com'era e com'è geneticamente Silvio Berlusconi. Non lo stesso si può dire di tutti quelli convinti di poterlo soppiantare senza avere un'unghia del suo carisma", arringa Biancofiore che poi affonda contro Toti. "Il governatore della Liguria la smetta di nuotare verso i blocchi avversari, impari a giocare alla pari per una volta senza raccomandazioni dall'alto, stia dentro, non pecchi di cesarismo e sia il primo a dare l'esempio di saper rinunciare alla comoda poltrona riservatagli da Berlusconi".

La replica (indiretta) di Toti a Biancofiore non si fa attendere e lo scenario è sempre quello di Golasecca. Alla domanda dei cronisti su un eventuale ritorno del vecchio centrodestra al governo, Toti spiega che "c'è bisogno di un centrodestra nuovo, coerente ai bisogni di questo Paese del 2019, che non abbia nostalgia del passato ma con il coraggio di fare un passo avanti tutti insieme per costruire un'offerta politica che duri per i prossimi vent'anni e finalmente dia ai cittadini quelle risposte che servono ovvero grandi opere, attenzione per le imprese, crescita del Pil, formazione, occupazione e finalmente autonomia". E proprio l'autonomia, conclude Toti, è "una battaglia antica del centrodestra, che si sperava arrivata a un punto di conclusione ma che in realtà sembra sempre arenarsi in qualche sabbia mobile".