L’emergenza caldo ha profondamente colpito il materiale rotabile mandando in tilt i treni.
Il malfunzionamento della climatizzazione dei treni e i guasti ai locomotori ha comportato gravi disagi e seri rischi alla salute dei viaggiatori e lavoratori.
E’ del 28 giugno la denuncia di queste gravi condizioni “a bordo treno” che ha assunto, fin da subito, il carattere di un vero e proprio grido d’allarme.
Da qui, la decisione di Fast Liguria di chiedere un confronto urgentissimo a Trenitalia e all’Assessore Regionale ai Trasporti, con lo scopo di cercare soluzioni alle criticità segnalate, che si è tenuto il 9 luglio scorso con il Responsabile nazionale della produzione Intercity della Divisione Passeggeri. In tale circostanza, l’azienda ha comunicato un piano di investimenti sul materiale rotabile di 65 milioni, a livello nazionale, per procedere, entro due anni, alla sostituzione degli impianti di climatizzazione sugli IC.
In seguito, è stato convenuto, poi, di convocare un tavolo tecnico misto Azienda-O.S., per studiare alcune soluzioni tecnico-organizzative.
Alla luce di questi approfondimenti condivisi tra le parti Confsal ritiene, complessivamente, che le risposte avute da Trenitalia non siano idonee ad una pronta mitigazione delle criticità esposte.
Anche per queste ragioni il sindacato ha deciso di aderire, come personale mobile della Iesu di Genova PP, allo sciopero nazionale del 24 luglio proclamato da Fast/Confsal nazionale, per quanto riguarda la vertenza sull’emergenza clima a bordo treno.
Il sindacato aggiunge che – a livello nazionale ed unitariamente – tale questione è stata posta dalle O.S. nazionali all’AD di Trenitalia, con la richiesta di un urgente incontro sulla materia.
La premessa sindacale fondamentale è quella che, in assenza di una prevenzione pianificata ed un intervento mirato a ridurre i disagi sopra menzionati, si verifica un danno alla salute dei lavoratori, ferrovieri e degli appalti, alla sicurezza dei viaggiatori nonché all’immagine dell’Azienda.
Premesso ancora che la prevenzione strutturale di tali emergenze va fatta con la previsione e sostituzione programmata dei rotabili usurati e obsoleti, non si può prescindere da alcune proposte mirate, quale pratico contributo nella ricerca di soluzioni per fronteggiare l’emergenza segnalata, che vanno dallo stilare un piano di emergenza-caldo, che riguardi le specifiche tecniche e comportamentali del personale, soprattutto in vista di evitare aggressioni verbali e/o fisiche al personale di bordo e turbativa agli altri viaggiatori alla controlleria preventiva, a treno fermo, per evitare sovraffollamenti non regolari (abusivi, persone non autorizzate).
E, ancora, dal rinforzo nella distribuzione di kit di emergenza (ghiaccio ecc.) e di conforto (acqua, gel acqua ecc.) sia nelle stazioni dislocate che a bordo, dove non sono previsti punti di vendita a bordo, all’aggiunta di vetture di emergenza. Infine, ma non ultimo, occorre prevedere accorgimenti tecnici di dettaglio (climatizzare anche la cabina di coda durante la corsa di andata, finestrini apribili in caso di emergenza, climatizzazione anche a treno parcheggiato e verifica preventiva accentuata dei convogli), dotarsi di squadre di manutenzione straordinaria, in corsa treno, di personale specializzato di rinforzo sui treni “critici”, d’istituire una Commissione tecnica mista Azienda/ O.S./ Regione, per il monitoraggio, la prevenzione, l’intervento per mitigare le situazioni di rischio in questione oltre che poter contare su garanzie sulla permanenza e rinforzo dei siti manutentivi regionali.
cronaca
Treni bollenti, i ferrovieri proclamano uno sciopero nazionale
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