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Il ruolo degli arabi. Il Gruppo Vialli? Fermo alla prima offerta: 50 milioni più 30
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La sconfitta interna con la Lazio ha certificato l’impossibilità per la Sampdoria di raggiungere anche quest’anno un posto in Europa, obiettivo che, peraltro, non era nelle potenzialità tecniche e forse anche caratteriali dell’organico, nonostante le estemporanee esternazioni estive del desaparecido Sabatini e di qualche uscita teatrale del presidente Ferrero. Persino il bilancio della società blucerchiata ha stabilito che la squadra è costantemente costruita per lottare tra l’ottavo e il dodicesimo posto. E i numeri non mentono. Come traguardo per Giampaolo e i suoi giocatori rimane dunque da blindare la nona posizione, che varrebbe già un miglioramento rispetto all’anno scorso. Se poi questo basterà a trattenere l’allenatore anche per il futuro, è da capire.


Così come è da capire – e possibilmente in fretta – il futuro della Sampdoria alla luce delle trattative di cessione della società. Alle indiscrezione delle ultime ore, Primocanale ne aggiunge un’altra: il Fondo Aquilor, che sarebbe balzato in pole position, nei mesi precedenti si era interessato anche al Genoa, dando però l’impressione di non avere molte risorse da investire nell’acquisto del club quanto nel suo eventuale rilancio. Aquilor sarebbe insomma specializzato nel rivitalizzare aziende in difficoltà e questo non sarebbe il caso della Sampdoria che rispetto allo stesso Genoa, per esempio, vanta un bilancio in attivo di dodici milioni e non in passivo di circa quattro e non è gravata da trentotto milioni di debito residuo con il fisco.


Ma nel Fondo Aquilor, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero confluiti successivamente anche investitori arabi, in grado di potenziare l’offerta rivolta a Ferrero sino a 120 milioni. E il gruppo Vialli? Al momento resta fermo all’ultima proposta: 50 milioni più 30 per coprire i debiti residui. Totale 80, massimo 90. Troppo pochi, secondo Ferrero. Che da un po’ di tempo ha smesso di negare l’esistenza delle trattative e parla apertamente di vedere moneta e dare cammello. Insomma, ha deciso di vendere e prova ad alimentare un’asta al rialzo.


Ma il presidente (e con lui i potenziali acquirenti) sa che non può tirarla troppo alle lunghe, perché la nuova stagione è alle porte e va programmata, tanto più che la Sampdoria deve colmare una lacuna importante nell’area tecnica dopo le dimissioni di Walter Sabatini. Lo stesso Ferrero ha il diritto-dovere di pensare al prossimo anno. Due o tre settimane, poi la decisione finale e il dentro o fuori.