Il percorso di riconoscimento della seconda salsa piu' usata al mondo dopo quella al pomodoro e' stato avviato dalla Giunta regionale nell'ottobre 2015: la produzione del pesto genovese con il mortaio, segnalano le istituzioni e i promotori, risale al Medioevo ed e' espressione della convivialita' e dello spirito di accoglienza dei suoi abitanti. "Stiamo portando avanti il percorso di riconoscimento Unesco del pesto - dice Toti- perche' e' una salsa fatta con prodotti di eccellenza, in grado di promuovere il nostro Paese e attraverso cui fare del nostro paese una meta turistica grazie a un sapere antico e a una tradizione che si tramanda. Dentro c'e' sapienza, cultura, storia e sapore ed e' per questo che vogliamo portare il pesto nel mondo".
Il governatore si rivolge ai parlamentari liguri ma non solo: "Non stiamo parlando di una cosa frivola: dietro i prodotti dell'agroalimentare ci sono investimenti e lavoro ed e' un'opportunita' per fare turismo e valorizzare le nostre eccellenze gastronomiche nel mondo. Per questo l'attenzione delle istituzioni e' un volano importante".
"Nel pesto - sottolinea il sindaco di Genova Marco Bucci - ci sono tutte le caratteristiche di una produzione italiana di eccellenza con il basilico ligure dop, l'aglio di vessalico, il parmigiano, il pecorino e l'olio di oliva. In pratica una strategia di marketing territoriale per una regione stretta tra le colline e il mare che ha fatto dell'utilizzo sapiente delle materie povere la sua missione, approfittando al massimo dei sapori. E' il caso del pesto - conclude- ma anche della meno nota salsa alle noci".
La domanda di riconoscimento all'Unesco ha ricevuto l'adesione di oltre 100 tra comuni liguri e enti territoriali, 35 associazioni nazionali e liguri, 10 scuole e universita' italiane e straniere, 15 organizzazioni e centri internazionali che si occupano di cultura alimentare e piu' di 25.000 firme di appoggio raccolte da Regione Liguria nel 2018, durante la settimana del pesto.
Pranzo a base di "pesto al mortaio" a cui si sono aggiunti anche il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Matteo Salvini, che ha ironizzato indicando una macchia spuntata sulla sua camicia: "Il patto del pesto mi è costato una camicia”. Presenti, inoltre, diversi parlamentari in maniera trasversale: dalla Dem (e ligure) Roberta Pinotti al capogruppo M5S Francesco D'Uva fino ad un nutrito gruppi di azzurri.
IL COMMENTO
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