sport

Botta e risposta al vetriolo tra il presidente di oggi e quello di ieri dopo il Cda della società
1 minuto e 59 secondi di lettura
Botta e risposta, non senza una buona dose di polemica. Il tutto mentre a Corte Lambruschini - con alcuni membri collegati però in videoconferenza - si svolgeva il Consiglio di amministrazione della Sampdoria, al centro della trattativa di vendita al Fondo rappresentato da Gianluca Vialli.


Il primo ad attaccare è stato il presidente Massimo Ferrero: "Questa storia è una buffonata, Vialli smentisca, qualcuno gli sta facendo fare una brutta figura. Basta farsi pubblicità con il mio nome. Se qualcun'altro si inventa e fa dei tweet? Chiedete al signor Mantovani il perché di questo".


Ferrero aveva anche risposto alle indiscrezioni di stampa circa l'imminente vendita della società blucerchiata citando Vasco Rossi: "Eh già, io sono ancora qua...".


Puntuale è arrivata la replica di Enrico Mantovani, che sul proprio profilo Twitter - dove negli ultimi giorni è stato molto attivo sulla vicenda - ha scritto: "Visto che lui Twitter non ce l'ha, io preferisco youtube: e voglio proprio vedere come va a finire...".


In realtà, quella di Ferrero - con i soliti modi "urbani" - non è stata una smentita, giacché il presidente della Samp ha aggiunto: "Senza i soldi, non si fa la messa". Riconoscendo anche un contatto con il gruppo di Vialli. Semplicemente Ferrero ha ammesso che si tratta solo e soltanto di una questione di denaro, che non basta a soddisfare la sua richiesta. E questo corrisponde al vero, tant'è che spesso abbiamo sottolineato come la distanza tra domanda e offerta fosse ancora ampia. Non a caso, nelle ultime ore, è circolata con insistenza l'ipotesi che il Fondo interessato alla Sampdoria non sia lo York Capital di Jamie Dinan bensì l'Oak Tree legato a Paolo Fiorentino, che resterebbe come amministratore delegato della società con Vialli presidente operativo alla Boniperti.

Peraltro, pensare che un personaggio come Vialli e un ex presidente come Enrico Mantovani (il cui solo cognome parla per sé) si facciano pubblicità sulla pelle di Ferrero costituisce l'ennesimo insulto alla Sampdoria e alla sua storia.


Ecco perché l'operazione va avanti, malgrado le resistenze - anche legittime - di Massimo Ferrero, che non molla l'osso che gli è stato elargito cinque anni fa come premio ad una carriera imprenditoriale molto discutibile e contrassegnata da ripetute disavventure giudiziarie, non ancora concluse.