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Il primo sondaggio sulle prossime elezioni a Sanremo, commissionato da Primocanale-Telesanremo ci lascia alcune certezze e qualche interrogativo per il futuro. Le prime sono sostanzialmente tre.

Uno: con Alberto Biancheri al 42% delle intenzioni di voto e Sergio Tommasini al 35, Palazzo Bellevue è effettivamente contendibile, nel senso che il sindaco uscente giocherà la partita da favorito, ma lo sfidante del centrodestra unito non parte certo da sconfitto.

Due: Paola Arrigoni, del Movimento 5 Stelle, riscuote un 14% che la porta oltre il risultato conseguito cinque anni fa, segno di una promozione personale per l'attività svolta e di un Movimento che nella città dei fiori sembra mettere radici solide. Ancora insufficienti per vincere, almeno stando a quello che hanno risposto gli elettori ad oggi, ma abbastanza per non considerare delle meteore, a livello sanremese, sia il M5S sia la sua punta di diamante.

Tre: con la performance di cui è accreditato Sergio Tommasini, nell'ottica delle elezioni regionali del prossimo anno Giovanni Toti, l'attuale governatore, può immaginare di ottenere nel ponente ligure un risultato migliore di quello che si sarebbe detto all'indomani delle sconfitte rimediate dal cosiddetto "modello Toti" ad Alassio e ad Imperia, in entrambe le circostanze per mano dell'ex ministro Claudio Scajola.

Proprio da quest'ultimo punto decliniamo sugli interrogativi che apre il sondaggio di Primocanale-Telesanremo. A Sanremo Scajola ha fatto un tentativo endorsement a favore di Biancheri che però resta principalmente ancorato a un progetto civico, sebbene appoggiato dal Pd e in generale dal centrosinistra, mentre Tommasini rappresenta a tutto tondo il centrodestra. Un centrodestra che mostra di poter ritrovare un'antica compattezza anche con Scajola senior a Ventimiglia. D'altronde 'U ministru' gioca la partita per ottenere lo presidenza della provincia cercando addirittura di far dimettere l’attuale Presidente anticipatamente per andare alla nomina prima delle elezioni, ma Biancheri si oppone entrando in rotta di collisione .

Anche la città di confine va al voto e il nuovo, sia anagraficamente sia politicamente, rappresentato dal sindaco uscente Enrico Ioculano del Pd, si scontrerà con l'arci-vecchio Gaetano Scullino, del centrodestra. Ad onta della sua vetustà politica, Scullino ha due pregi: è un "can da voti" e costituisce il punto di incontro fra Toti, che per primo ha puntato su di lui, e Scajola sr, con il quale i rapporti sono solidissimi da sempre.

Dunque il ponente ligure promette di essere un terreno di grandissimo interesse, con il voto a Sanremo e Ventimiglia, nella prospettiva delle regionali. Ma ancor più può dimostrarsi tale guardando alla scadenza del prossimo 26 maggio, quando oltre che per le amministrative si voterà anche per le europee. La competizione nazionale farà da traino all'altra? Probabile.

E se così andranno le cose, considerando il vento impetuoso che sembra spingere la Lega di Matteo Salvini, ecco una ragione di più per ritenere che Tommasini non parte battuto a Sanremo e che Scullino potrebbe farcela a Ventimiglia, dove pure gli stessi suoi avversari devono ammettere che Ioculano ha amministrato bene, soprattutto durante le terribili emergenze sull'immigrazione. Attenzione, però, anche al fatto che a Sanremo pure il Movimento 5 Stelle potrebbe spingere in avanti la sua candidata Arrigoni se riuscirà a ottenere il risultato a cui ci ha abituato nelle contese nazionali.

I prossimi due sondaggi di Primocanale-Telesanremo sulla sfida nella città dei fiori saranno probabilmente ancor più significativi sulla tendenza elettorale nella città dei fiori. E speriamo che facciano pesantemente diminuire la percentuale dell'ignoranza, nel senso etimologico del termine. Non sono un bel vedere quel 32% che non conosce la data del voto e quel 14 che addirittura ritiene si vada a elezioni il prossimo anno. In tutto fa il 46%. Troppo.