cronaca

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 "Possiamo avere un piano B o C per la pila 8 ma non ho alcun piano alternativo per le pile 10 e 11" il commissario alla Ricostruzione Bucci fa chiarezza dopo la decisione presa dalla commissione esplosivi di rimandare la demolizione della pila 8 prevista da crono-programma per domani sabato 9 marzo. ieri il lungo vertice in prefettura che ha portato alla decisione di rinviare il tutto.


"Devono essere perfezionate le analisi sulla presenza di amianto nella struttura" ha detto appena fuori dalla prefettura genovese Danilo Coppe, titolare della Siag, la ditta di esplosivistica civile cui è demandato il compito di distruggere le parti del ponte che non si devono smontare. Servono dunque nuovi accertamenti per capire realmente quanto amianto si trova nella pila 8 di ponte Morandi. Nelle prossime ore verranno effettuati nuovi carotaggi. Al momento le quantità rilevate sarebbero molto basse, addirittura non rilevabili. Ma dalla struttura commissariale si vuole andare sul sicuro e non mettere minimamente a rischio la salute di cittadini e soprattutto degli operai che lavorano nel cantiere.


Per ora la prima data utile per l'operazione rinviata è quella di sabato 16 marzo. "Abbiamo già modificato il project plan - sottolinea Bucci -, ma dobbiamo cercare di non perdere di vista la data del 31 marzo per l'inizio della ricostruzione". La demolizione con l'esplosivo della pila 8 è ritenuta fondamentale per capire quale sarà la reazione della struttura al momento del crollo. Per le pila 10 e 11, quelle lato Est infatti non sarebbe possibile un'alternativa all'uso delle microcariche, così come ha ribadito il sindaco-commissario. Uno smontaggio di quelle pile comporterebbe infatti la chiusura di un tratti di A7 per settimane. Si cerca una soluzione per limitare i problema, una di queste sarebbe quella di portare da 2 a 10 i cannon fog, speciali macchinari che mebulizzano e neutralizzano la polvere con potenti getti d'acqua e aria.


Intanto dalla procura arriva la notizia che il numero degli indagati nell'indagine avviata per il crollo del Morandi sta crescendo: ieri, tra dirigenti di Aspi, Spea e Mit, sono stati trenta gli avvisi di garanzia recapitati (ce ne sono già 21 e due società, Aspi e Spea per omicidio colposo plurimo, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti, lesioni colpose). Per alcuni è ipotizzato anche il reato di falso per le relazioni sullo stato del viadotto non corrispondenti alla realtà. Le persone indagate, secondo gli inquirenti, avevano tutte una posizione di garanzia per quanto riguarda le manutenzioni e i controlli.

"Ritengo che nelle prossime ore in un tavolo comune tra agenzie, istituti, dipartimenti coinvolti e le aziende incaricate di demolire il ponte Morandi si elaborerà il piano definitivo di demolizione anche in presenza di amianto. Stiamo lavorando affinché si possa abbattere con la tecnologia più opportuna". Lo dichiara il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in seguito a un incontro con il sindaco e commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, per far il punto sul problema dell'amianto che ha costretto a rimandare l'abbattimento della pila 8 del moncone Ovest del Morandi. La strategia emersa dall'incontro è 'un protocollo condiviso da tutti gli enti coinvolti', che garantisca la sicurezza e la salute di abitanti e lavoratori. "Occorre un protocollo per avere dei piani di azione che consentano di andare veloci con il cantiere garantendo piena sicurezza e salute agli abitanti e ai lavoratori", sottolinea Toti citando l'esempio del protocollo stilato dal Cociv per realizzare il Terzo Valico quando si scavano rocce amiantifere. "Lasciamo che i tecnici lavorino - dice Toti - abbiamo fatto un appello a tutte le agenzie, gli istituti e i dipartimenti coinvolti a lavorare fin da oggi insieme alle aziende che dovranno demolire, mi auguro che i prossimi giorni siano risolutivi in modo da trovare standard che servano non solo per la pila 8, ma anche per le altre e l'intero cantiere. Meglio chiarirci le idee oggi che rincorrere la realtà domani".