cultura

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Cuori in guerra non è un Blockbuster di Hollywood, non è prodotto dalla Universal e neanche dalla Warner Bros; ma forse è proprio questo il bello. Non si fonda sulla fama del cast o sui milioni dei grandi produttori cinematografici, ma sulla passione di un gruppo di amici, che hanno deciso di gettarsi a capofitto in un progetto, decisamente impegnativo per dei ragazzi così giovani. Si sono rimboccati le maniche e hanno messo in piedi un'èquipe e un cast che comprende 200 studenti.

Quasi due gli anni di lavoro per realizzare il musical. “Le riprese sono iniziate a settembre 2017 e finite a giugno 2018”, racconta uno degli attori. E la trama è molto lineare: America degli anni Sessanta e conflitti razziali sullo sfondo, al centro c’è una combriccola di amici, di cui fanno parte il classico Don Giovanni e il piccoletto un po’ sfortunato, oggetto delle prese in giro degli amici. I personaggi sono ben caratterizzati e ognuno di loro trova il giusto spazio all'interno della storia. I giovani attori si sono rivelati tutti molto capaci, in particolar modo i due protagonisti, Elia Romano e Lorenza Ara. Per affrontare il tema della discriminazione razziale sono stati coinvolti anche alcuni richiedenti asilo, tema che resta un po’ marginale ma che comunque fa riflettere per la sua attualità.

Unica pecca del film: l’audio. L'audio è una delle parti più complesse da realizzare, persino le grandi produzioni italiane spesso riscontrano problemi; quindi non è un errore così grave, che una produzione come questa abbia ottenuto scarsi risultati nel confezionamento dei dialoghi, errore dovuto un po’ all’inesperienza degli attori nel doppiaggio, un po’ all’elevata difficoltà del montaggio audio. A parte questo, il film è un ottimo prodotto. Manuel Pala ha dimostrato di essere un regista promettente, che, con un pizzico di esperienza sul campo in più, potrà senz’altro muoversi bene in questo settore.

Le canzoni, poi, sono semplicemente pazzesche, composte da un ragazzo di 18 anni: Pietro De Marchis ha sicuramente talento e bisogna tenerlo d'occhio. Se siete andati a vedere il film, spero vi sia piaciuto. Se non l'avete visto, vi consiglio di restare sintonizzati su Primocanale Underground per sapere quando ci saranno le prossime repliche. O magari il sequel, come sognano alcuni dopo questa esperienza.